Esclusiva

Gennaio 10 2024.
 
Ultimo aggiornamento: Gennaio 11 2024
Trendy e bivacchi, i due volti dell’Esquilino

I residenti si riuniscono nei Giardini di Piazza Vittorio per protestare contro le condizioni in cui versa il quartiere

Tra rifiuti, transenne e lavori in corso, l’istituto Di Donato in via Bixio alle cinque del pomeriggio è ancora aperto: c’è una partita tra i piccoli calciatori della scuola. La strada, nel cuore dell’Esquilino, è chiusa al traffico dal 2019 dopo la richiesta dell’Associazione Genitori di istituire un’area pedonale. Vicino alla scalinata d’ingresso alcuni clochard trovano rifugio per la notte, accanto uno striscione recita: “Una città a misura dei bambini e delle bambine”. Valentina Costa, presidentessa dell’associazione, risponde ai residenti che accusano il progetto di essere causa di degrado: «La pulizia e il materiale scolastico che occupano la strada sono un problema di AMA (la municipalizzata che si occupa dei rifiuti a Roma), non hanno niente a che fare con noi. Da tre anni c’è chi continua a lamentarsi per la pedonalizzazione, dichiarando di non essere stato consultato, ma non è così. Adriano Labbucci e Alessandra Sermoneta, assessori alla mobilità del primo municipio e ai lavori pubblici e scolastici, hanno condiviso il piano e hanno accolto tutte le osservazioni. Meglio una strada chiusa che un parcheggio a cielo aperto, dove negli anni diversi bambini sono rimasti coinvolti in incidenti mortali». 

Riguardo la sicurezza, «Ci sono le stesse problematiche da anni. Non abbiamo mai avuto disagi dai senza tetto, prima occupavano l’angolo della strada mentre adesso vengono qui perché si sentono al sicuro», aggiunge la presidentessa. Gli attriti principali sono con gli automobilisti, «Ogni volta che abbiamo ribadito che questa è un’area pedonale, abbiamo ricevuto insulti e minacce, c’è stato anche un tentativo di aggressione». Dello stesso parere è anche una coppia inglese, residente nella via ormai da 5 anni: «Ora si organizzano molti incontri pomeridiani, tra concerti, spettacoli teatrali e corsi sportivi, anche i nostri figli frequentano queste iniziative. Inoltre, chiudere la strada ha aiutato l’economia dei locali della zona: qui si può bere un bicchiere di vino in tranquillità mentre i bambini si divertono».

Non la pensa così il gruppo di residenti che la sera di sabato 6 gennaio si è riunito nei Giardini di Piazza Vittorio, a poche centinaia di metri dalla Stazione Termini, per protestare contro le condizioni in cui versa il quartiere. Nei portici, ai pochi negozi che resistono come Ovs ed Expert, si alternano cassonetti stracolmi e monopattini abbandonati. Qua e là spuntano anche cartoni e coperte, giacigli di fortuna pronti all’uso non appena cala il buio. Oltrepassate le colonne e il vialone di sampietrini si entra nel piccolo parco, abbandonato a se stesso. Vicino a un gruppo di ragazzi che giocano a basket, un uomo con uno zainetto si guarda intorno con sospetto, poi infila la mano tra i cespugli e nasconde qualcosa. A presidiare uno degli ingressi c’è una camionetta dei carabinieri e un gruppo di agenti: «Stiamo facendo un servizio preventivo – spiega il giovane brigadiere in servizio – Non è legato a esposti di questi giorni, ma si fa periodicamente per controllare il territorio, proprio perché in questa zona si commettono diversi reati contro le persone».