Esclusiva

Gennaio 10 2024.
 
Ultimo aggiornamento: Gennaio 15 2024
Persone disabili e passeggini bloccati dalla metro Colosseo

L’ingresso da Largo Agnesi non è accessibile, nonostante le promesse del Sindaco Gualtieri sulle barriere architettoniche

Una coppia di turisti sudamericani solleva un passeggino dalle estremità. Mamma e papà scendono la scalinata ripida per la Metro B, che da Largo Agnesi entra nella stazione Colosseo. In assenza di ascensore, ogni giorno tanti genitori sono costretti a manovre simili per raggiungere la banchina. Anche le persone disabili non possono passare: le scale mobili in discesa sono assenti e quelle in salita incomplete, perché conducono a sei ulteriori gradini. 

Lo scorso 15 marzo, Sam, ragazza americana affetta da SLA, ha visto tra lei e l’Anfiteatro Flavio quella rampa di scale. Per raggiungere il monumento, la giovane si è rivolta a due vigili urbani, che l’hanno portata in braccio a destinazione. Dopo la visita, è tornata in lacrime a ringraziare gli agenti, commossa dalla loro gentilezza.

La storia è diventata virale, portando il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, a promettere che avrebbe eliminato la barriera architettonica. Trecento giorni dopo, non esiste un progetto del Comune per un ascensore. Nella stazione ci sono due montacarichi funzionanti, che partono dai tornelli verso la metropolitana, tagliando fuori l’ingresso da Largo Agnesi.

L’unica alternativa è fare il giro da Colle Oppio. La strada verso il Colosseo è impervia, un chilometro tra salita e discesa su un marciapiede stretto. Il passaggio è ostruito da transenne, lampioni, bidoni e turisti in posa per i selfie. A pochi centimetri, le macchine corrono sulla curva di Via Nicola Salvi.

Lungo il percorso si incontrano altri bambini, che dal Parco delle Terme di Traiano si dirigono all’Anfiteatro Flavio. Una donna chiude la carrozzina e la carica in spalla, mentre il figlio viene portato in braccio dalla zia. «Noi abitiamo a Roma e non usiamo la metro. Troppe scale, l’ascensore non funziona mai», racconta una madre con due bambini piccoli. Il marito scherza: «Mia moglie è inglese, è abituata alle cose che funzionano». Ma lei lo corregge: «Anche in Spagna, a Londra e Parigi, usare la metro è impossibile con il passeggino».

Eppure, le capitali di Francia e Regno Unito sono tra le dieci città più accessibili al mondo, secondo un sondaggio di CNBC. Nessuna città italiana figura in questa classifica. Oltre il 70% dei nostri edifici risale a prima del 1980, quando c’era meno sensibilità per le persone disabili. La linea B di Roma, nel tratto tra Termini e Laurentina, fu inaugurata nel 1955 e presenta ancora gli ostacoli strutturali per chi ha problemi di mobilità.

«Le barriere architettoniche sono una questione culturale, non sociale», afferma Paolo Falessi, fondatore e chitarrista dei “Ladri di carrozzelle”, rock-band di artisti diversamente abili. «In Italia la disabilità resta un problema delle famiglie. Finché non si ha un figlio piccolo o un genitore anziano, non si capisce che gli scivoli non servono solo agli “handicappati”. È una battaglia di civiltà per tutti», prosegue il musicista. Nel 2017, il suo gruppo ha aperto la serata finale del Festival di Sanremo, dopo diciotto anni di attività tra Roma e Frascati. Paolo ricorda gli inizi: «Il nostro primo video lo abbiamo girato nel ‘91, per mostrare che molte stazioni della metropolitana erano inaccessibili. Alcune cose sono cambiate, ma mica tante. Comunque noi non prendiamo mezzi pubblici, sono più i problemi che incontri di quelli che risolvono».