«Adesso qualche precisazione su ciò che avete ascoltato. Non c’è alcuna prova di frode elettorale», chiarisce dagli studi della CNN l’anchor Kaitlan Collins. L’emittente televisiva ha appena interrotto il collegamento con Washington, dove Trump sta parlando alla stampa, dopo che i suoi legali hanno presentato istanza di appello per chiedere l’immunità. Durante la conferenza, Trump ha accusato il Partito Democratico di aver truccato le presidenziali 2020. Tesi smentita dai tribunali, che hanno confermato la legittimità del voto.
L’ex presidente è sotto accusa per aver tentato di ribaltare l’esito delle elezioni, non riconoscendo la vittoria di Joe Biden. Un mese fa, la giudice Tanya Chutkan ha respinto la richiesta di immunità avanzata dalla difesa di Trump, il quale, all’epoca dei fatti, era ancora l’inquilino della Casa Bianca. Nell’udienza di martedì, l’avvocato John Sauer ha chiesto alla Corte d’Appello di rivedere la decisione, per fermare il caso federale che vede coinvolto il suo assistito.
Dopo la seduta in aula il tycoon ha parlato ai giornalisti, dichiarandosi vittima di una persecuzione politica del Dipartimento di Giustizia. «Ho solo lavorato per gli Stati Uniti, che devono avere libere elezioni», ha dichiarato Trump rilanciando la “Big Lie”, cospirazione sul voto creata dall’alt-right americana. «Abbiamo trovato frodi elettorali determinanti», ha aggiunto. Poi l’attacco ai media: «Ho una lista di prove che la stampa non vuole pubblicare». A quel punto la regia della CNN ha interrotto la diretta, passando la parola allo studio, dove è avvenuto l’immediato fact-checking.
La reazione dei social non si è fatta attendere. «Andrebbe fatto ogni volta che Trump parla», ha scritto su X, già Twitter, il Senior Executive della NBCUniversal Mike Sington, che ha applaudito la scelta della rete televisiva. Al contrario, molti sostenitori repubblicani hanno accusato la CNN di censura. «Kaitlan Collins si comporta così perché non le piace Trump», ha scritto un utente, «questo è letteralmente fascismo». «Tipica mossa Marxista», ha rilanciato un altro account.
Non è d’accordo il capo della redazione Nord America de la Repubblica, Paolo Mastrolilli. «Non c’è nessuna interferenza politica da parte della CNN, hanno solo fatto il loro dovere», spiega il giornalista. «Quando Trump ha rifiutato la sconfitta contro Biden, era suo diritto contestare i risultati delle elezioni per vie legali», prosegue, «infatti ci sono state circa sessanta cause, ma tutti i tribunali hanno respinto l’ipotesi di brogli». Ora che esiste una verità processuale, «l’informazione si deve attenere ai fatti, perché le opinioni sono diverse e ognuno ha diritto alla propria, mentre i fatti sono uguali per tutti». «Perciò», conclude Mastrolilli, «se un candidato presidenziale dice qualcosa che è apertamente falso, il giornalista ha l’obbligo di intervenire per fare chiarezza».
«È certamente una scelta corretta quella di fermare la trasmissione», conferma Costanza Sciubba Caniglia, Special Editor di Harvard Misinformation Review. Durante la campagna elettorale del 2016 Trump è riuscito a manipolare la stampa: «La strategia è stata creare momenti newsworthy, che fanno notizia, per costringere i media a diffondere la sua propaganda», prosegue Sciubba Caniglia, «interrompere la diretta impedisce all’ex presidente di usare la CNN come canale di disinformazione». E conclude: «È un segnale positivo, perché dimostra che le politiche di redazione sono cambiate».