Esclusiva

Gennaio 18 2024
Daniele De Rossi, “Capitan Futuro” è ora il presente

La storia di Daniele De Rossi, dal mondiale del 2006 alla panchina della Roma. Il viaggio di Capitan Futuro visto anche dagli occhi dei tifosi

«Ho solo un unico rimpianto, quello di poter donare alla Roma una sola carriera». Era il 2009 e le lacrime si univano alle parole di Daniele De Rossi, bandiera della squadra e campione del mondo nel 2006, al pensiero di non poter vestire per sempre i panni giallorossi. Si potrebbe riassumere così la lunga storia d’amore fra la Magica e il suo Capitan Futuro: un racconto lungo 18 anni, 616 presenze e 63 reti. I suoi scarpini che non avevano mai attraversato il campo in Serie A, nel 2001 calpestavano per la prima volta il rettangolo verde in Champions League. All’epoca aveva 18 anni e Fabio Capello lo scelse come sostituto di Tomić nel secondo tempo contro l’Anderlecht. Il suo esordio in Serie A arriva soltanto nella stagione successiva, il 25 gennaio 2003 in Como-Roma 2-0. La prima partita da titolare coincide con il primo gol all’Olimpico contro il Torino, l’inaugurazione di una vita di successi con i capitolini: una sola maglia e un solo amore, «Perché io sono di proprietà della Roma», ci tiene a sottolineare l’ex numero 16 giallorosso.

Il suo rapporto con i tifosi ha subito numerosi alti e bassi. «Non ci schiereremmo mai contro De Rossi, ha sempre dimostrato grinta, senso di appartenenza e amore per la maglia», ne parlano così i romanisti. Non sono stati pochi, però, i momenti di tensione dovuti alle indiscrezioni sulla relazione con l’ex moglie Tamara Pinsoli, figlia del pregiudicato Massimo Pinsoli. Dopo l’uccisone dell’uomo ad Aprilia nel 2008, gli spalti avevano dedicato a Pinsoli cori offensivi. L’unione turbolenta è durata 3 anni, dal 2006 al 2009, ed è terminata sotto il segno di varie leggende che ad oggi non sono mai state confermate.

L’anno successivo alla separazione, il 18 gennaio, De Rossi conquista uno dei suoi innumerevoli traguardi: dopo aver raggiunto le 200 presenze in maglia giallorossa, viene eletto miglior calciatore italiano Aic (Associazione Italiana Calciatori). Tra i momenti più emblematici della sua carriera, tanti sono anche i ricordi in maglia azzurra: «Metti Insigne, non me. Dobbiamo vincere, mica pareggiare», disse all’allora ct della Nazionale Gian Piero Ventura durante l’indimenticabile 0-0 contro la Svezia del 2017, scontro che negò il Mondiale all’Italia. Che quell’episodio fosse il giusto prequel per una carriera da allenatore?

Dopo l’addio al calcio di Totti, storico capitano e bandiera giallorossa, De Rossi affermò: «La Roma va avanti». Era lui ad indossare la fascia al braccio sinistro diventando il punto di riferimento della squadra, ma si iniziò subito a vociferare anche del suo addio. Due stelle comete avrebbero appeso gli scarpini al chiodo a meno di due anni di distanza e sarebbe stata dura per i tifosi reggere il colpo. «Ero presente allo stadio e pioveva, come se anche il cielo fosse triste», è il ricordo dei romanisti del giorno in cui Capitan Futuro saluta la Lupa. In un momento di difficoltà come quello che la Roma sta attraversando adesso a causa delle varie sconfitte subite, le parole del giocatore riecheggiano forti. «È una persona molto emotiva e per questo gioirà e soffrirà oltremisura i risultati che otterrà, anche per via del suo legame con la maglia», sono le previsioni del giornalista del Corriere dello Sport Guido D’Ubaldo sulla carriera da allenatore di De Rossi. Una nuova alba dai colori giallorossi lo aspetta, stavolta la prospettiva è diversa: è lui al timone. La sfida sarà riportare la Roma a vincere e scalare la classifica come merita e l’ex centrocampista simbolo della squadra ha deciso di raccoglierla.

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