Esclusiva

Gennaio 30 2024
Roma saluta “Sandrocchia”. L’addio in Campidoglio

La capitale ha omaggiato l’attrice Sandra Milo allestendo la camera ardente in Campidoglio nella sala della Protomoteca.

Lo schermo installato nella camera ardente proietta le immagini di una donna bellissima, con occhi da gatta dipinti di nero, le labbra piene e il naso all’insù. È Sandra Milo la cui camera ardente è stata allestita in Campidoglio, un omaggio voluto dal sindaco Gualtieri che le ha concesso il luogo più prestigioso, la sala della Protomoteca.

Miguel Gotor, assessore alla cultura della Capitale, ha accolto il feretro: «Roma farà di tutto per ricordarla, perché la sua storia, la sua biografia e il suo passaggio qui sulla terra lo meritano».

Milo non era nata a Roma, ma a Tunisi e nella capitale si era trasferita a vent’anni per seguire la carriera da attrice. I primi film con Alberto Sordi e Antonio Pietrangeli, poi la chiamata di Rossellini: il “Generale della Rovere” e “Vanina Vanini” quest’ultimo inviso alla critica proprio per la performance di Milo che le costò il soprannome “Canina Canini”. 

L’attrito con la critica è stato ricordato oggi da Pierluigi Diaco, giornalista e conduttore televisivo: «Spero che il mondo dello spettacolo le attribuisca quello che spesso non le è stato riconosciuto e la onori per questo. Un certo mondo l’ha vissuta come un’attrice che militava sempre su due registri: uno più serio e uno più ludico. Invece dietro quella maschera c’era una donna intelligentissima». 

Francesco Rutelli, ex sindaco di Roma e presidente dell’Associazione Nazione Industrie Cinematografiche Audiovisive e Digitali (ANICA) ha voluto invece ricordare il David alla carriera consegnatole nel 2021: «Si discute sempre se il David lo si debba assegnare a grandi intellettuali o a personaggi amati dal popolo: lei è una donna intelligente amata dal popolo quindi più di questo…». 

La sala è piena di ammiratori. Tra loro c’è Sandra, soprannominata in famiglia “Sandrocchia”, nata nel 1963, anno di uscita di 8½ , e si sente molto legata all’attrice: «L’ho conosciuta più tramite la televisione perché quando lei era un’attrice di grido io ero piccola. Mi è sempre sembrata una persona carina, profonda ma anche leggera e quando ho scoperto la notizia ci sono rimasta male, non me l’aspettavo». Anche Marco, che lavora nel cinema, non l’ha mai conosciuta eppure ha deciso di portarle delle rose: «Per me è stata una grandissima attrice e una grande donna. Molto umile e sensibile sempre pronta a dare consigli e ad aiutare. In 8 ½  emerge con limpidezza il carattere di Sandra Milo con quella leggerezza che le permetteva di planare sulle cose dall’alto riuscendo ad arrivare in profondità senza mai risultare pesante». 

La camera è rimasta aperta fino alle diciannove. I parenti, gli amici e gli ammiratori si sono avvicendati nella sala della Protomoteca per salutare “Sandrocchia”, domani a mezzogiorno si terranno i funerali nella Basilica di Santa Maria in Montesanto, nel cuore di Roma, la città che Milo aveva scelto.