Un racconto straniante svela episodi di sofferenza, violenze, pedinamenti e rapporti non consensuali. Nella provincia di Latina una giovane di sedici anni ha trovato la forza di esporsi e il coraggio di raccontare la sua storia attraverso un compito scritto in terza persona sulla vicenda di Giulia Cecchettin, giovane di Vigonovo vittima di femminicidio nel novembre 2023. Grazie all’intervento della docente, la studentessa ha denunciato le molestie subite da parte del suo ex fidanzato. Entrambi frequentano lo stesso istituto professionale e la loro relazione era finita ad ottobre dello scorso anno. Nei confronti del giovane, accusato di violenza sessuale e atti persecutori, la Procura dei minori ha emesso una misura cautelare.
Le donne vittime di stupro nel mondo negli ultimi cinque anni sono 136mila e, secondo uno studio dell’Unicef, una ragazza su tre subirà violenza fisica e sessuale nel corso della sua vita. Il fenomeno dell’abuso è comunque molto sottostimato. La dottoressa Rosalba Taddeini del direttivo Differenza Donna spiega che, nei casi in cui sono presenti legami affettivi e soprattutto nelle prime relazioni, la sessualità viene spesso subita. Si pensa al rapporto sessuale come a un dovere coniugale, viene accettato in maniera passiva e non è condiviso. Questa è una delle motivazioni per cui le ragazze che vivono esperienze di maltrattamento quasi sempre non si rendono conto di essere vittime di violenza: «Vengono a parlare con noi giovani che non sono consapevoli di aver subito realmente un abuso sessuale. La donna sente di doversi trattenere dall’esprimere il desiderio, ma allo stesso tempo di dover sottostare a quello del partner. Questo accade pensando ad accontentare l’altro in segno di affetto, non tenendo conto delle modalità con cui avvengono certe azioni».
La psicoterapeuta Anna Maria Casale fa chiarezza sul tema affermando che i legami emotivi talvolta creano una condizione malsana per cui l’uomo si sente autorizzato ad avanzare richieste che vanno oltre la volontà delle donne. Lo stupro è un fenomeno sottovalutato anche dalle vittime stesse: «Il limite per stabilire l’esistenza di un episodio di violenza non è scritto ma è dato dall’altro, dalla percezione soggettiva di un atteggiamento che va contro la propria volontà». Per rendere chiaro questo confine è necessaria la presenza di figure competenti anche nelle scuole. Casale aggiunge che ricercare un aiuto psicologico al di fuori dell’ambito scolastico risulta complicato per le giovani e che avere un punto di riferimento gratuito potrebbe fare la differenza.
È indispensabile un’educazione sul tema a partire dall’adolescenza. La sessuologa Lucrezia Giuliani evidenzia la problematicità dell’argomento a partire da una cultura che non tutela le donne dal punto di vista legale e giuridico: «Dopo aver lavorato in centri antiviolenza posso dire che di frequente le denunce non vengono prese sul serio e tutto questo frena le ragazze. La presenza dello psicologo nelle scuole è fondamentale, ma è ancora più importante che si lasci fare un percorso di educazione affettiva e sentimentale curato da esperti. C’è bisogno di una rivoluzione a livello culturale».
Sono tante le donne che oggi denunciano maltrattamenti e violenze, come conferma Taddeini: «È un periodo buio. Non abbiamo solo episodi di violenza fisica ma anche virtuale. Le donne dai quarant’anni in su sono coinvolte in particolari dinamiche online per cui, dopo aver conosciuto uomini sul web, vengono truffate attraverso un procedimento che fa leva sul loro coinvolgimento emotivo». Le più giovani, invece, iniziano a manifestare comportamenti inusuali. Non si prendono più cura di loro stesse, diventano irritabili, smettono di dormire. Questi sono segnali che allarmano le famiglie e i docenti: «Ragazze e bambine anche di dieci o dodici anni sono coinvolte in episodi di sexting e revenge porn. I genitori dopo la vicenda di Cecchettin sono allarmati, fanno più attenzione agli atteggiamenti di figlie, sorelle e nipoti».La lotta nata dalla sofferenza di Giulia e della sorella Elena è il segnale di un cambiamento necessario. Dopo mesi il caso della giovane vigonovese continua da un lato a gettare luce su episodi drammatici di stupri e soprusi, dall’altro ad evidenziare la necessità di un progresso indispensabile.
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