Esclusiva

Febbraio 7 2024
Olimpiadi Milano-Cortina 2026, «i progetti solo su carta»

Il 6 febbraio 2026 inizieranno le Olimpiadi Invernali Milano-Cortina, ma i lavori per la pista di bob sono in ritardo

Centinaia di fiaccole sulla pista sciistica del Col Drusciè illuminano il panorama di Cortina, mentre in Piazza della Scala a Milano si leva il velo dai Cinque Cerchi olimpici e dagli Agitos, simbolo delle Paralimpiadi. Così due regioni, il Veneto e la Lombardia, fanno partire il conto alla rovescia delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026, le prime della storia ad essere ospitate in due città. L’euforia di una manifestazione tanto grande si mescola alla preoccupazione e alle difficoltà costruttive. A due anni dall’apertura dei Giochi Olimpici Invernali, fissata al 6 febbraio 2026, i lavori a Cortina non sono ancora iniziati.

Il 2 febbraio la società Simico, gestore dell’appalto, e l’impresa di costruzione Pizzarotti, hanno chiuso l’accordo per costruire a Cortina d’Ampezzo una nuova pista per gli sport di scivolamento, ovvero bob, skeleton e slittino. La pista Eugenio Monti, in onore del leggendario bobbista italiano, fu utilizzata durante le Olimpiadi di Cortina 1956 e presentata all’inizio nel dossier di candidatura per il 2026. Tuttavia, è stata demolita poiché non era in grado di sostenere la velocità delle moderne attrezzature sportive. Il suo rifacimento da 47 milioni di euro è stato rifiutato sia dai costruttori, sia dal Comitato olimpico nazionale italiano (Coni), per un lavoro ritenuto troppo costoso e talmente complesso da non essere completato entro le scadenze imposte dal Comitato olimpico internazionale (Cio). Lo stesso Cio aveva proposto di utilizzare una pista estera come Saint Moritz, in Svizzera, una soluzione rigettata dal mondo politico per una questione di “italianità”: «Portare il bob all’estero sarebbe una resa nazionale», aveva detto il vicepremier e ministro per gli Affari Esteri Antonio Tajani.

Roberta De Zanna – Consigliera comunale di Cortina – esprime, al contrario, scetticismo: «La Fondazione Milano-Cortina ha sempre sostenuto che non fosse necessario costruire una nuova pista perché quelle esistenti erano più che sufficienti. Anche il presidente del Coni Giovanni Malagò lo aveva fatto intendere questo autunno, poi invece si è intromessa la politica con un mal riposto orgoglio nazionale». «Il bob deve essere a Cortina», aveva ribadito a dicembre il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. A lui si deve la versione semplificata del progetto che è stato approvato, definito «Light per non dire peggiorativo», commenta la consigliera. Infatti, sono state eliminate alcune opere di mitigazione e servizi come le aree ristorazione, il parcheggio e le tribune per gli spettatori, tutti elementi che dilatavano i tempi di costruzione e il budget di spesa. 81,6 milioni di euro i soldi stanziati, un ribasso rispetto ai 128 milioni previsti dal Dpcm (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri) dell’8 settembre 2023.

La Pizzarotti ha fissato l’inizio dei lavori per il 19 febbraio, nonostante le resistenze degli ambientalisti: «Lunedì prossimo verranno abbattuti gli alberi nella zona interessata, ma ci saranno le contestazioni di molte associazioni che vorrebbero intervenire sul campo per cercare di fermare la costruzione», annuncia la consigliera. La pista dovrebbe essere collaudata a marzo 2025 e completata entro il gennaio 2026, ad un mese dall’inizio dei giochi. Tempi così ristretti, però, richiedono un piano B: dopo aver distrutto il bosco e speso soldi pubblici per un impianto inutilizzato si andrebbe, alla fine, all’estero. Per la gestione di una pista del genere l’amministrazione comunale di Cortina spenderà circa 1,4 milioni di euro annui per uno sport costoso, senza visibilità mediatica e soprattutto poco praticato. In Italia, infatti, sarebbero solo 17 i praticanti di bob, una cinquantina se si considerano anche slittino e skeleton.