Esclusiva

Febbraio 19 2024
Elezioni regionali in Sardegna: un’arena politica in fermento

Le regionali in Sardegna sono sempre state un grande laboratorio politico e anche questa volta si attendono sorprese

Le elezioni regionali in Sardegna sono sempre state un grande laboratorio politico per i partiti italiani. La vittoria di Ugo Cappellacci, conosciuto anche come “il ragioniere di Berlusconi”, nel 2009 anticipò il trionfo elettorale del Popolo della Libertà alle elezioni europee nel giugno dello stesso anno. Una similitudine di eventi che potrebbe verificarsi anche questa volta, con una possibile vittoria del partito di Giorgia Meloni, come suggerisce la maggior parte dei sondaggi. Un altro elemento che aumenta l’imprevedibilità è la grande novità di queste regionali: il ritorno in campo di Renato Soru. L’ex governatore e patron di Tiscali era assente dall’arena politica da oltre un decennio, oggi si ricandida, causando forti discussioni e spaccature a sinistra. La sua presenza aggiunge un ulteriore elemento di incertezza su chi vincerà queste elezioni.  

I cittadini sardi andranno al voto il 25 febbraio, ma la strada per le candidature non è stata per nulla semplice su entrambi i fronti. La battaglia interna al centrodestra sul nome del governatore uscente Christian Solinas stava portando al rischio di una corsa in solitaria di due candidati della Lega e di Fratelli d’Italia. Solinas non gode di grande popolarità e non lascerà un gran ricordo al popolo sardo sugli anni della sua giunta: secondo un sondaggio Swg della scorsa estate, risulta ultimo per indice di gradimento tra i presidenti di regione. Il centrodestra è sempre stato caratterizzato da un pragmatismo che lo contraddistingue dagli avversari. La coalizione unita candida il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu, fermando le diatribe interne che si ripresenteranno nei prossimi appuntamenti elettorali.

Al contrario, il centrosinistra non è riuscito a trovare un candidato unitario: Soru correrà da solo con il sostegno di Azione e altre liste. L’ex governatore non ha condiviso il nome di Alessandra Todde come candidata del “campo largo”, alleanza sostenuta sia dal Pd che dal Movimento 5 Stelle. La rottura della coalizione è degenerata anche in una crisi familiare: Camilla Soru, figlia del candidato alla presidenza e consigliera comunale del Pd a Cagliari, ha dichiarato in un’intervista al Corriere: «Mio padre è circondato da gente che lo consiglia male ma questo è sempre successo…».

Il sistema di voto è lo stesso usato in tutte le ultime regionali. Chi prenderà più voti diventerà il prossimo presidente. La campagna è nella fase finale e si può già fare un bilancio sullo stato di salute elettorale dei concorrenti. Un recente sondaggio di Bidimedia dà il candidato Truzzu al 46%, una cifra che gli permetterebbe di vincere in vantaggio di cinque punti su Todde. Soru sta portando via voti alla candidata del campo largo e, secondo gli stessi dati, è al 10%. In una conversazione con Francesca Ghirra, ex candidata sindaca di Cagliari e ora deputata, è emersa la sua preoccupazione per questi dati perché «non tengono conto solo dei candidati alla presidenza, ma anche dei valori delle singole liste».

Il confronto tra i candidati dei diversi schieramenti è stato caratterizzato da scontri e litigi, ma pochi sono stati gli argomenti di dibattito sui veri problemi dell’isola. I dati del Cna sulla sanità aumentano le preoccupazioni: il 12,3% dei sardi è costretto a rinunciare alle prestazioni sanitarie per inefficienza delle strutture pubbliche, costi eccessivi e liste d’attesa troppo lunghe. Le priorità dei cittadini sono sempre le stesse note da anni e le proposte per risolvere i problemi non entusiasmano gli elettori. Le previsioni sull’astensionismo dicono che il 40% degli elettori non si recherà alle urne, dato che certifica una rassegnazione generale in vista di questo voto.