Esclusiva

Febbraio 23 2024
Acca Larenzia, è scontro sulla rimozione della croce celtica

La mozione per rimuoverla e vietare la “commemorazione” del 7 gennaio infiamma il Municipio VII

Una mozione per rimuovere la gigantesca croce celtica disegnata sul marmo bianco di Via Acca Larenzia, di fronte all’ex sede del Movimento sociale italiano. Al VII Municipio di Roma, quello in cui rientra il quartiere Colli Albani, è in corso uno scontro tra i consiglieri del Partito Democratico, del Movimento Cinque Stelle e di Italia Viva – che hanno votato a favore della risoluzione – e quelli di Fratelli d’Italia, della Lega e del Gruppo Misto (ex Forza Italia), che hanno abbandonato l’aula prima ancora che si votasse.

Sono questi gli strascichi di quanto avvenuto in via Acca Larenzia il 7 gennaio scorso, quando, come ogni anno, centinaia di militanti hanno ricordato tra saluti romani e “presente” l’anniversario della morte di tre giovani attivisti del Fronte della Gioventù assassinati proprio qui nel 1978. Le immagini della commemorazione hanno fatto il giro d’Europa e portato all’identificazione di un centinaio di persone da parte della Digos e all’apertura di un fascicolo per il reato di apologia del fascismo con dieci indagati.

Come anticipato, la vicenda, che ha monopolizzato per giorni le cronache nazionali, è culminata in Municipio con un provvedimento in cui i consiglieri di maggioranza, uniti a quelli di Iv e del M5S, chiedono la rimozione di tutti i simboli presenti in via Acca Larenzia, croce celtica compresa, e il divieto di far svolgere la commemorazione del 7 gennaio.

Valter Conti, capogruppo di Fratelli d’Italia al Municipio VII, giudica la risoluzione «un atto pretestuoso», sottolineando che «ancor prima di discuterlo, due consiglieri firmatari hanno rilasciato un’intervista per cavalcare l’onda sollevata dalla loro segretaria di partito Elly Schlein, che nei giorni precedenti aveva attaccato il presidente del Consiglio». «Mi è sembrato politicamente scorretto», aggiunge.

Oltre che al metodo, le critiche di Conti vanno anche al merito del provvedimento: «La croce celtica e gli altri simboli sono disegnati su un’area privata. L’atto è sbagliato strutturalmente, perché chiede all’Ama (l’ente che gestisce per Roma la raccolta dei rifiuti solidi, ndr) che intervenga straordinariamente su un’area privata, qualcosa che non accade neanche quando ce ne sarebbe davvero bisogno». «Invece che promuovere atti, visto che quella è un’area privata, sia il condominio a chiamare una ditta per pulire. E – sottolinea il capogruppo di FdI – non deve essere un provvedimento a vietare la commemorazione, visto che c’è un’indagine in corso». Sul destino della mozione, Conti è netto: «Rimarrà nel cassetto, è stata solo fuffa momentanea e non andrà avanti. Hanno chiesto che l’assessore competente riferisca presso Ama perché Ama intervenga su un terreno privato. E Ama non lo farà perché non può farlo».

Opposto il parere del consigliere di Italia Viva Luca Di Egidio, che ha votato a favore della risoluzione: «La mozione non è affatto strumentale, né fuffa. Riteniamo assurdo che nel 2024 si debba assistere a certe scene. Quella non è degna di essere chiamata commemorazione, che pure riteniamo essere una cosa giusta, tanto che appoggiamo quella istituzionale che avviene ogni 7 gennaio».

Sull’impatto della risoluzione, Di Egidio è più che fiducioso: «Non è vero che Ama non può intervenire, anzi, in Comune ci si sta adoperando per capire come poterlo fare il prima possibile. Solleciteremo il sindaco Gualtieri e la sua giunta anche con interrogazioni, se sarà necessario». «Altro che carta protocollata, l’intervento sarà immediato e contiamo di rimuovere i simboli e vietare la manifestazione prima che avvenga la prossima, quindi entro il 2024», continua Di Egidio. Che poi, sull’eventualità di un approdo in Regione dell’atto, conclude: «Conto sul presidente Rocca che, nonostante la diversa appartenenza politica, è un moderato. Tutti hanno giurato sulla Costituzione antifascista ed è giusto che ognuno si impegni in questa direzione».

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