Esclusiva

Febbraio 27 2024
Jet dei ricchi, comunicazione digitale per l’ambiente

Il progetto di attivismo digitale che denuncia le emissioni CO2 dei voli privati è stato ospite della redazione di Zeta

Un ragazzo con un cappello di lana nero e gli occhi nascosti da un paio di occhiali scuri è passato dalla nostra redazione. Vuole mantenere l’anonimato, come tutti coloro che fanno parte del progetto di attivismo digitale Jet dei ricchi, di cui ci è venuto a parlare. Racconta di una piccola realtà social, poi trasformatasi in qualcosa di molto più grande.

Attraverso strumenti pubblici di controllo del traffico aereo osservano gli spostamenti di circa cinquecento jet privati in Italia. Con una semplice moltiplicazione, tempo di volo x consumo dell’aereo x fattore di emissione, calcolano l’impatto ambientale del velivolo. La comunicazione grafica fa il resto e i numeri si mischiano con i meme e la satira.

«Non siamo hacker, smanettoni, statistici o professionisti della comunicazione» ci dice l’anonimo, che è uno dei fondatori del progetto Jet dei ricchi. «Siamo dovuti andare a cercare le competenze man mano che analizzavamo moli di dati sempre maggiori», continua, sottolineando come tutti possono lavorare con dati che sono aperti. La pubblicità dei dati e del metodo utilizzato rendono i ragazzi e ragazze del progetto tranquilli nel loro anonimato: «Stiamo su finché non “canniamo” un dato, a quel punto ci devi mettere la faccia», prosegue.

«Abbiamo scelto di parlare dei jet privati perché ci è sembrato d’impatto», continua il ragazzo sotto anonimato, «il tema ambientale è importante ma complesso da raccontare, perché la CO2 non si vede». Non solo una questione ecologica, c’è anche la volontà di smascherare la «disuguaglianza climatica», per cui «l’1% più ricco della popolazione mondiale emette più del doppio di quanto fa la metà più povera del pianeta», dice il fondatore della pagina.

Jet dei ricchi, comunicazione digitale per l’ambiente
dal profilo Instagram @jetdeiricchi

In meno di un’ora di volo, un jet privato emette 2 tonnellate di CO2. Tanto quanto ognuno di noi dovrebbe emettere in un anno, se vogliamo tenere il riscaldamento globale sotto 1,5 °C all’anno, come stabilito dagli Accordi di Parigi.

«Come ogni idea, anche questa nasce con un buon caffè», dice Jet dei ricchi, «una domenica mattina, scrollando Instagram, vedo la pagina laviondebernard, che segue e comunica l’impatto ambientale dei jet di Bernard Arnault», magnate francese dell’alta moda e non solo. La pagina nasce così a giugno mettendo insieme un gruppo di amici con competenze diverse. «Iniziamo seguendo i due aerei di John Elkann, ma facciamo il botto di follower quando parliamo delle emissioni dei voli privati di Chiara Ferragni e Fedez», la mediaticità degli obiettivi e la rappresentazione grafica vicina al mondo dei meme satirici porta alla ribalta la pagina.

Il tema polarizza il discorso pubblico italiano fra l’estate e l’autunno del 2022, fra i movimenti ambientalisti, che arrivano a bloccare i terminal degli aeroporti, e chi pensa che «attaccare i jet privati significa attaccare la proprietà privata». Prendendo spunto da un’iniziativa francese, nasce anche l’idea di una proposta di legge contro questi mezzi di trasporto, presentata dalla deputata Eleonora Evi di Alleanza Verdi e Sinistra in collaborazione con Jet Dei Ricchi. Tre i punti chiave: vietare i voli inferiori ai cinquecento chilometri, tassare il kerosene distribuito ai privati, un’imposta sui voli in jet maggiore del 1500% rispetto a quella attuale.

La proposta è ancora ferma in Parlamento, ma la storia di questa pagina Instagram, che è arrivata a suscitare un dibattito politico, ci parla delle potenzialità della comunicazione attraverso i dati, che, come conclude il fondatore, «se raccontati bene, democratizzano cose complesse e spesso mistificate».