Esclusiva

Marzo 1 2024
«Non dilapidiamo il nostro bene» la lotta della PalPop di San Lorenzo

La protesta della palestra popolare, che è stata messa al bando a causa della delibera 104. «È ingiusto» dice il fondatore Paolo Arioti

Un gruppo di bambini sta ascoltando le lezioni dell’istruttore di karate, a pochi metri un ring ospita il duello di pugilato di due ragazzi e in fondo i maestri si allenano tirando pugni al sacco. È il mondo della palestra popolare del quartiere San Lorenzo di Roma, la PalPop, che si nasconde dietro a una saracinesca poco appariscente in via dei Volsci. Negli ultimi venticinque anni ha accolto migliaia di persone di qualsiasi provenienza, ma ora quella dimensione è a rischio e potrebbe essere compromessa.  

Tutto gira intorno alla delibera 104 del comune di Roma. Il provvedimento ha l’obiettivo di riordinare i beni indisponibili della città, cioè quelli destinati al servizio pubblico e agevolati con degli sconti sui canoni d’affitto. Per farlo, il dipartimento del Patrimonio ha messo al bando gli immobili, in modo da poter verificare che le associazioni che li gestiscono siano adatti e soprattutto abbiano i conti in regola. L’amministrazione sta provando da anni a trovare una soluzione contro i pesanti debiti che le organizzazioni in città hanno accumulato. Già nel 2015, la giunta dell’ex sindaco di Roma, Ignazio Marino, aveva promosso la delibera 140, che poi non è stata attuata, sottolineando la «necessità di considerare la redditività dei patrimoni». 

Per la palestra di San Lorenzo il 26 febbraio è stato l’ultimo giorno disponibile per presentarsi alla gara. L’associazione sportiva popolare, che se ne occupa dal 1998, ha protestato con un corteo al quale hanno partecipato centinaia di iscritti. «Noi da qui non ce ne andiamo» è lo striscione esposto durante l’ultima manifestazione di sabato 24 febbraio.

«Riteniamo che sia ingiusto doverci mettere alla pari con altre organizzazioni – dice Paolo Arioti, uno dei soci fondatori della PalPop – abbiamo sostenuto sia i costi sia l’avviamento dell’attività». Mentre contesta il bando, il fondatore mostra alcune foto appese nella prima sala della palestra, dove i ragazzi attendono il loro turno per allenarsi, e indica tutte le ristrutturazioni fatte nel corso degli anni. «Quando siamo entrati il locale era fatiscente, mancavano anche gli allacci per le fogne delle utenze del palazzo. Noi abbiamo messo in piedi un luogo confortevole. La delibera 104 non solo chiede un aumento d’affitto, ma non riconosce la riqualificazione». Per rimborsare gli interventi di manutenzione, che sono costati decine di migliaia di euro all’associazione, la gestione capitolina chiede dei documenti precisi per attestare che siano stati effettuati correttamente. 

Il dipartimento del Patrimonio difende il bando, sostenendo che rappresenti il modo migliore per risolvere la questione perché permetterebbe di tenere vive le comunità che si sono create negli ultimi decenni. Le gare non metterebbero tutti sullo stesso livello: le associazioni già presenti verrebbero avvantaggiate rispetto ai nuovi concorrenti. Un aspetto che è fondamentale per una palestra radicata nel territorio come quella di San Lorenzo: «Un gruppo di persone che si riconosce negli stessi valori non si ottiene in pochi mesi – spiega Arioti – è anche per questo che non vogliamo dilapidare questo patrimonio».

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