Saracinesche abbassate e coperte da graffiti si intervallano a edicole aperte piene di volumi. È la strada di chioschi di Piazza della Repubblica, in via delle Terme di Diocleziano, l’unica fiera permanente di Roma nata negli anni Sessanta da una manciata di venditori. «Tutti questi banchi che vedi qua sono stati fondati in concomitanza con le Olimpiadi nel 1960. Io non ci sono dall’inizio, sarei un po’ troppo vecchio», così Angelo Curati, titolare della prima edicola, presenta la sua realtà.
I Bouquinistes romani (dal termine francese coniato nel 1752 che si traduce in «colui che vende vecchi libri, ndr.) sono circa quindici. I pendolari e i turisti, distratti e sbrigativi, gli passano davanti quando cercano di raggiungere la stazione Termini. I librai, seduti in modo paziente di fronte alle loro attività, aspettano il cliente giusto. Uno di questi Angelo, si è trovato nella via per una coincidenza e non se n’è più andato: «È da trentasei anni che sono qui. Mi sono trovato bene e ho continuato. Son quelle cose che ti piacciono, le fai volentieri sia per lavoro e sia per passione». Aggiunge poi che la sua non è una bancarella convenzionale, «non vieni a comprare il libro per la scuola o per lo studio ma per il collezionismo. Quindi cartaceo d’epoca».
La sua libreria “en plein air” accoglie tutto ciò di cui la gente vuole disfarsi, da miniature di soldatini ad autografi. «Ci sono anche cartoline della Belle Époque, questa addirittura della Prima Guerra Mondiale. Ce ne sono di tutti i tipi. Puoi trovarle di tutte le tematiche, anche regionalistiche. Per esempio, questa è una nave della Regia Marina italiana, la nave Dogali» afferma uno dei clienti affezionati, mentre è intento a sfogliarle.
«Il bello di queste carte è che si ricostruisce la storia. Noi trasmettiamo il passato a chi lo apprezza e lo ama», afferma il titolare. Il suo lavoro nasce dalla passione, che poi viene trasmessa anche ai clienti: «C’è uno scambio. Il collezionista è un tipo particolare, quando acquista qualcosa sa che sta prendendo la storia. Una persona può stare anche 20 minuti a guardare. Invece di andare al cinema viene in questa via».
Per Angelo il collezionismo è emozione pura, va fuori dai canoni logici: «Mi sento un venditore di emozioni. Dovresti vedere la faccia di un cliente che trova una cosa che stava cercando da tanto tempo. Quando la trova, gli brillano gli occhi».