Esclusiva

Aprile 21 2024.
 
Ultimo aggiornamento: Aprile 23 2024
Stati Uniti d’Europa, «non chiamatela lista Bonino Renzi»

Mentre il Pd si divide sulla candidatura di Schlein, Bonino e Renzi lanciano la lista per le Europee

Prendono forma le liste per le europee. Nel fine settimana in cui il Partito Democratico si divide sulla candidatura di Elly Schlein, che alla fine fa marcia indietro sul nome nel simbolo, alla Lanterna di Fuksas, a Roma, va in scena la presentazione della “lista di scopo” voluta dal duo Bonino Renzi. La leader di +Europa correrà nella circoscrizione nord-ovest, per il nord-est ci sarà l’inglese Graham Watson, al centro Giandomenico Caiazza, l’avvocato di Enzo Tortora, al sud il socialista Enzo Maraio, nelle isole Rita Bernardini dei Radicali. La sfida alle elezioni europee di giugno è superare la soglia di sbarramento, fissata al 4%, per realizzare quella che «sembrava una geniale fuga in avanti di Luigi Einaudi e oggi è una necessità. A chi dice che non abbiamo il programma, lo slogan è il programma. Declinate gli Stati Uniti d’Europa» e lo avrete, spiega la leader di +Europa, salita sul palco dopo lo svelamento del nuovo simbolo. «Non è la lista Bonino Renzi, dobbiamo essere all’altezza del nostro obiettivo elettorale. Ci sono molti appetiti in giro per contrastare l’Europa, abbiamo il compito di aggiustare la barca. Ho qualche difficoltà in più del passato», ammette prima di essere riaccompagnata in platea, «ma ci metterò tutte le energie che ho».  

Non manca la stoccata al grande assente: «Pensavo che Carlo Calenda superasse le polemiche», continua Bonino, «se le è inventate, invece ha scelto la divisione anziché l’unione. Il perché non lo so». Azione, infatti, resta fuori dal perimetro della formazione europeista. «Lasciamo nel fango chi cerca la rissa» rincara la dose Matteo Renzi, segretario di Italia Viva (Iv), che dopo assicura: «In questa campagna elettorale non parlo di Calenda». L’obiettivo, piuttosto, è «contrastare il sovranismo». I fedelissimi ci sono tutti, da Maria Elena Boschi a Teresa Bellanova, ma in cima alle liste nomi di Iv non se ne vedono. «Siamo qui per dire che a questo progetto crediamo come scelta costitutiva, non per mettere le bandierine». Poi l’attacco al governo: «Nella commissione guidata da Prodi, Emma ha svolto un ruolo fondamentale. Prima avevamo loro, oggi abbiamo Lollobrigida e Urso. Chi parla di serietà è pronto a firmare l’impegno che chi vince va in Europa?», conclude Renzi, in riferimento al dibattito sulle candidature dei leader di partito.

«Salvini ha scelto lo slogan meno Europa, questo significa meno infrastrutture, meno politica industriale», dice Riccardo Magi, segretario di +Europa, che fa il nome di Mario Draghi. «Con questa lista speriamo di fargli ottenere un posto in cui possa spingere, è l’unico che parla in maniera strategica di Europa». Sul fatto che la nuova convergenza abbia a disposizione uno spazio non ha dubbi Roberto Giachetti, anche lui in sala: «Con Marco Pannella si parlava esattamente di questo progetto politico, serve un lavoro da parte nostra per spiegarne il valore», commenta a margine della presentazione, intervenendo anche sul caso Ilaria Salis, la maestra detenuta in Ungheria candidata da Alleanza Verdi Sinistra. «Non mi piace accostare, come si è fatto, questa vicenda con quella di Enzo Tortora», la scelta dei radicali servì al «lancio di una battaglia per la giustizia giusta che si è dimostrata lungimirante. Sono due cose molto diverse».