Esclusiva

Maggio 17 2024
I giovani sono europeisti ma non si sentono rappresentati

Migliaia di Under 35 hanno risposto al questionario della rivista Scomodo sulle elezioni di giugno

Chi sono i nuovi europei? Se lo sono chiesti i ragazzi del mensile Scomodo in uno studio «sulla partecipazione, l’appartenenza, le paure e le speranze degli Under 35 alla vigilia del voto» di giugno. Un lavoro in sinergia con l’ampia community di lettori e volontari del progetto editoriale, per dare voce alla fascia dei ventenni e trentenni italiani, in maggioranza nativi dell’Unione europea. Sfogliando il magazine si scopre che l’istituzione internazionale è parte della loro identità, ma non si sentono rappresentati dai politici che siedono al suo interno.

Dai questionari, sottoposti a un campione di 9943 Under 35, emerge una generazione che si dichiara europeista nel 65% dei casi, mentre il 40% si sente tanto italiano quanto europeo. Il dato è correlato al luogo di provenienza e ai titoli di studio: ha posizioni più euroscettiche chi viene da un comune con meno di cinquantamila abitanti e ha un livello di istruzione più basso.

L’ipotesi di un’uscita del paese dall’Ue viene considerata un «evento negativo» o «terribile» dal 53% dei partecipanti, con appena il 2% che ha più fiducia nelle istituzioni italiane rispetto a Bruxelles e Strasburgo. Al contrario, il 47% si fida più delle istituzioni europee che di quelle nazionali, ma il partito degli scettici è ampio, con il 39% che diffida di entrambe. Sulle competenze, i giovani si spaccano a metà tra chi crede che l’Ue dovrebbe avere più potere decisionale sui paesi membri e chi è contrario.

L’indagine, realizzata con i ricercatori della start up Izi Lab, fotografa «come negli ultimi cinque anni, dalle scorse europee ad oggi, lo stato di crisi permanente ha influito sull’identità delle nuove generazioni», dice Giacomo Stroppa, responsabile della ricerca. I risultati sono stati presentati alla Sala Stampa Estera di Palazzo Grazioli, a Roma, con l’alto patrocinio del Parlamento europeo. «Sentirsi europei sembra più un valore che un sentimento politico ponderato», spiega Cecilia Pellizzari, direttrice editoriale di Scomodo. «C’è una crisi di rappresentanza, sia per la composizione anagrafica dell’Europarlamento, ma anche per la distanza dalle nostre istanze generazionali, che non riescono a uscire dai confini nazionali».

L’83% dei giovani, infatti, non si sente rappresentato dai leader italiani all’interno dell’Unione. Sulla campagna elettorale, il 60% crede che dovrebbe essere più incentrata sui temi continentali, invece che sulle dinamiche politiche nazionali. Il questionario identifica i temi cari ai ragazzi: il 94% dei rispondenti è preoccupato per il cambiamento climatico, il 90% per l’aumento dei prezzi e l’83% per la salute mentale. Grandi sfide viste con timore, con il 54% degli Under 35 che si dicono poco o per niente ottimisti verso il futuro.

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