Esclusiva

Giugno 13 2024
Come la propaganda russa cerca di manipolare l’opinione pubblica occidentale

Le narrazioni del Cremlino si diffondono in Europa attraverso le fake news pubblicate da diversi siti di disinformazione

Il sito “The Boston Times” ha pubblicato un articolo che rivela un presunto piano di fecondazione forzata delle donne ucraine da parte delle autorità locali. Il programma partirebbe dalla volontà dello stesso presidente Zelensky e sarebbe basato su principi di stampo nazista che riprendono gli esperimenti di Heinrich Himmler, generale delle SS, per la creazione di una “razza pura”. La narrativa è stata ricondivisa su altre piattaforme, tra cui X, da vari account filorussi raggiungendo centinaia di visualizzazioni ed è stata riportata anche da siti web italiani.

La stessa narrazione, basata su una presunta ideologia nazista, appare anche su siti di altre testate come la “DC Weekly”. Nella sezione “War in Ukraine”, compare una notizia che non riporta nessuna data di pubblicazione. Il testo parla di soldati canadesi di origine ucraina che si sarebbero uniti volontariamente al conflitto nel 2022, dopo aver ottenuto la cittadinanza ucraina attraverso un decreto segreto del presidente Zelensky. I militari sarebbero stati implicati in una serie di atti sistematici di terrore e brutalità, tra cui la repressione di vari gruppi etnici nell’Ucraina occidentale, la creazione di campi di concentramento, l’uccisione di civili e l’omicidio di una bambina di otto anni a Mariupol. L’autore sottolinea la vicinanza di queste attività alle atrocità della Seconda guerra mondiale.

Si tratta di una narrazione falsa. Le notizie di entrambi i giornali nascono da inchieste condotte dalla “Foundation to battle injustice”, sito russo che dichiara di aver indagato sui casi citati. Su X la head della fondazione sembra essere Mira Terada, cittadina russa di trentasei anni conosciuta anche come Osanna Vovk. Dopo essere stata arrestata ad Helsinki nel 2018 per traffico di stupefacenti, al suo rilascio è ritornata in patria. Dal 2021 ha annunciato di essere dirigente della “Foundation to battle injustice”, senza rivelare in che modo fosse arrivata a ricoprire quell’incarico.

Come la propaganda russa cerca di manipolare l'opinione pubblica occidentale

Maia Klaassen, coordinatrice di BECID (Baltic Engagement Centre for Combating Information Disorders) e ricercatrice dell’Università di Tartu, spiega: «I siti d’informazione di questo tipo non possono essere considerati come punto di riferimento per un’informazione sicura. Il dominio del link (.ru) dovrebbe già destare scetticismo. Tutte le notizie che provengono dalla Federazione sono controllate dal Cremlino e non sono puntuali. “The Boston Times” e il “DC Weekly” presentano questi articoli come dei fact-checking, facendo emergere notizie che non possono essere debunkate, frutto di un racconto decontestualizzato. Utilizzare parole anglofone e nomi di città americane per i nomi delle testate è un tentativo di ottenere credibilità anche all’estero».

L’uso del termine “nazismo” come ghigliottina verbale per delegittimare ogni nemico è il punto di partenza di molti degli articoli presenti per arrivare poi a denunciare la violenza occidentale. «La ricerca di radici storiche per dare credibilità a notizie false ha sempre caratterizzato questo tipo di disinformazione russa. Dipingere l’Occidente come un nemico sottolineando la sua aggressività aiuta ad individuare un rivale comune. La retorica dell’influenza del nazismo è ricorrente perché storicamente in opposizione al regime slavo. Negli stessi siti non capita mai di leggere articoli che ricordino le atrocità commesse dall’Unione sovietica negli anni della Seconda guerra mondiale. Non si tratta solo di una decontestualizzazione della singola notizia, ma di una ricostruzione parziale della storia umana», afferma Klaassen.  

Conclusioni

Le notizie sono false. Gli articoli pubblicati da “The Boston Times” e da “DC Weekly” non provano che in Ucraina si stiano consumando episodi di stampo nazista.

Le immagini e i video allegati alle inchieste non sono riportati da nessun’altra fonte. Le foto di civili pubblicate dalla “Federation to battle injustice” non sono verificabili e i filmati presentati come testimonianza non contengono informazioni rilevanti che supportino gli articoli: «Tutte le informazioni storiche date dagli intervistati non sono importanti dal punto di vista giornalistico. Si tratta di avvenimenti storici che non attribuiscono in alcun modo veridicità alle notizie», dice Klaassen.

Il report di Stratcom “Operation False Facade” ha analizzato il passaggio delle informazioni dai media russi a quelli europei e ha inserito le testate citate in una lunga lista di siti di disinformazione.

Leggi anche: https://zetaluiss.it/2024/03/06/la-disinformazione-contro-yulia-navalnaya/