Esclusiva

Giugno 24 2024
Scegliere la “Parte Sbagliata”, il romanzo di Davide Coppo

Il romanzo di esordio di Davide Coppo esplora le inquietudini dell’adolescenza. Il protagonista, Ettore, in cerca di un luogo a cui appartenere abbraccia la via dell’estremismo politico, fino a esserne sopraffatto

Cosa spinge un ragazzo di quattordici anni a diventare fascista? Davide Coppo, brand managing editor e redattore di Rivista Studio, ne La Parte Sbagliata prova a dare la sua risposta.
L’autore sceglie di non fornire un quadro sociologico che punti a spiegare perché alcuni giovani scelgano la via dell’estremismo, ma offre un racconto intimo e individuale sulla ricerca di senso e di identità quando si è giovani.

Il libro è mutuato da un’esperienza vissuta in giovinezza dall’autore, ma non è un’autobiografia: «In Italia c’è un’ossessione per il vero e per la memoria. Io penso che dietro allo scrivere sempre di sé ci sia un po’ di pigrizia intellettuale.Il mio Ettore è un personaggio esagerato, troppo colto per la sua età, ma penso che questo sia il compito della letteratura creare simboli e metafore». 

Ettore, il protagonista, è un ragazzo di quattordici anni, pendolare, ogni giorno va a Milano per frequentare un liceo del centro, un’ora e mezza per andare, un’altra per tornare. Mentre i suoi compagni ammazzano i pomeriggi tra i bar vicino al liceo, i collettivi studenteschi e le case degli altri, lui deve tornare a casa, ha il tempo contato e non riesce a integrarsi cominciando a sentire “una frattura di identità tra un vago concetto di io e un vago concetto di altri”. Quando Giulio entra nella sua vita e lo introduce alla sezione, Ettore si sente visto. Comincia a sentire un senso di appartenenza e identità, sensazioni che prima di quel momento non aveva mai provato. Giulio non è soltanto un amico, è a tratti padre, maestro, capo e fratello. È un “Francesco Giubilei meno cialtrone” che ha ben chiari i confini entro i quali si può muovere, sta nelle retrovie ma punta all’istituzione, dialoga con i partiti di governo. Vuole essere una guida ma non ammette errori o cambi di direzione, esige disciplina.

I lettori di Rivista studio potrebbero ricordare un articolo del 2022 dove Coppo aveva accennato alla sua conoscenza degli ambienti dell’estrema destra milanese. Il pezzo era stato pubblicato dopo l’uscita di un’inchiesta condotta da Fanpage sui legami del Comune di Milano con gli ambienti dell’estrema destra neofascista. Recentemente la stessa testata ha pubblicato un’altra video-indagine sui gruppi neofascisti, questa volta sulla Gioventù Nazionale di Giorgia Meloni:«Vedere l’inchiesta mi ha fatto male. È stato strano rivedere quelle cose, quello è esattamente il mondo che conosco ed è quello che frequenta Ettore. Dicono e fanno cose terribili, anticostituzionali. Ciò che mi ha fatto più paura è stato vedere la presidente Meloni dire “alzatevi in piedi e fatevi un applauso perché siete bellissimi”, lei sa benissimo come funziona, è stata presidente di Azione Giovani e sa bene cosa sono questi movimenti e come si muovono». 

Coppo ha scelto di abbracciare il mondo della fiction, il suo non è un reportage dentro le sezioni dell’estrema destra giovanile, ma un romanzo di finzione che si innesta con il suo vissuto: «L’inchiesta di Fanpage fa bene il suo lavoro, il mio libro ne fa un altro. Non volevo fare un libro di accusa, io ci sono stato “dalla parte sbagliata” e non mi convince rappresentare chi ci sta come mostri. Ho scelto di ritrarre un protagonista in maniera tenera in modo che si provasse empatia e non odio, anche se ho avuto paura di sembrare giustificazionista o apologetico». 

La parabola di Ettore, il protagonista del romanzo, è quella di un eroe tragico che viene attirato da un mondo nebuloso e violento. È la dimensione della scoperta adolescenziale che caratterizza tutto il romanzo, la ricerca di identità. È il racconto di che cosa significa avere quattordici anni e pochi punti di riferimento saldi, che cosa voglia dire vivere nella grigia provincia padana, andare tutti i giorni allo stesso campo da calcio con le stesse persone che si incontrano a scuola e da un giorno all’altro arrivare in una grande città, imparare a conoscerne le dinamiche e i movimenti: «Si parla poco di quanto le città siano respingenti per chi non ci vive, anche al netto delle differenze economiche. Eppure è il trend che vediamo in crescita da anni, e credo dobbiamo abituarci all’idea di avere città sempre più progressiste e province conservatrici». 

Una storia violenta raccontata con una voce soave, una lingua pulita e affilata: «Mentre scrivevo ho letto molte autrici italiane del secolo scorso, Natalia Ginzburg, Rosetta Loy, Lalla Romano. Mentre per i dialoghi mi sono ispirato a Sally Rooney, penso sia una maestra nel comporre dei discorsi brevi che lasciano intravedere in maniera sfumata i personaggi».

Scrivere un libro simile senza risultare macchiettistici o accusatori è difficile, occorre conoscere in maniera approfondita il proprio soggetto: «Ho riletto alcuni classici del pensiero di destra, come Pierre Drieu la Rochelle e Julius Evola, e mi sono ricordato del potere affabulatorio del primo. Ho riavvertito dalle profondità il fascino che mi aveva chiamato all’epoca, e ho cercato di inserire tutta la tensione che ho provato nel romanzo, in Ettore che riconosce l’esistenza di una “Parte sbagliata” e sceglie di definirsi attraverso di essa».

Ammettere l’esistenza di una Parte Sbagliata non significa cancellarla, e Davide Coppo nel raccontarla in maniera così autentica le dà dignità letteraria permettendo a una storia che potrebbe rimanere nota a pochi di diventare di tutti. 

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