Esclusiva

Luglio 5 2024.
 
Ultimo aggiornamento: Luglio 7 2024
Di Pietrantonio vince il Premio Strega 2024

La scrittrice del romanzo “L’età fragile” si posiziona al primo posto nella competizione letteraria più famosa in Italia

«Eravamo giovani, ma non invincibili. Eravamo fragili. Scoprivo da un momento all’altro che potevamo cadere, perderci, e persino morire».

Mezzanotte è l’ora delle streghe. O meglio, l’ora dell’incoronazione di Donatella Di Pietrantonio, vincitrice del Premio Strega 2024 con il suo libro L’età fragile, edito da Einaudi. Nel Museo Etrusco di Roma, all’interno della cornice di Villa Giulia, costruita nel XVI secolo per volontà di Giulio III, papa cultore dell’umanesimo e delle arti, si è conclusa la settantottesima edizione del più famoso certamen letterario italiano.

A condurre sul palco la comica e conduttrice televisiva Geppi Cucciari e il regista e attore Pino Strabioli. «Hai detto la parola “Scurati” Pino? La tua serata finisce qui!», ha ironizzato Cucciari riferendosi alle polemiche sorte dopo che la giornalista Serena Bortone, nonostante il divieto imposto dalla Rai, ha letto a Chesarà… il monologo sul 25 aprile dello scrittore Antonio Scurati.

Ma ci sono stati anche ospiti inattesi che sono intervenuti per commentare i libri della sestina finale all’interno di alcune clip. L’assistente vocale Siri recensisce Romanzo senza umani di Paolo di Paolo, mentre – grazie al montaggio di video reali e voci doppiate – Umberto Eco descrive L’età fragile di Donatella di Pietrantonio e Italo Calvino commenta il neologismo nel titolo di Tommaso Giartosio per il libro Autobiogrammatica. Giuseppe Ungaretti apprezza Aggiustare l’universo di Raffaella Romagnolo, mentre Eugenio Montale parla di Chi dice e chi tace di Chiara Valerio. Infine, l’attivista svedese Greta Thunberg ringrazia Dario Voltolini perché ha scritto Invernale, un romanzo non troppo lungo: in questo modo ha salvato molti alberi.

L’omaggio alla letteratura è affidato alle parole di Piero Dorfles che ha a disposizione quaranta secondi per descrivere tre libri vincitori del premio letterario: Tempo di uccidere (1947) di Ennio Flaiano sull’invasione italiana d’Etiopia; Isola di Arturo (1957) di Elsa Morante che racconta la storia di un ragazzo che considerava mondo il suo castello diroccato; Lettere da Capri di Mario Soldati di 70 anni fa, una storia di gelosie, sentimenti e difficoltà di comunicazione.

La comica Cucciari non si è lasciata scappare l’opportunità di commentare, scherzando, i finalisti: «Hanno fatto un gruppo whatsapp loro sei…immaginate che palle un gruppo di soli scrittori». Gli autori, però, nonostante la sfida, hanno mantenuto buoni rapporti tra di loro: «Lo Strega Tour è stata per me una grande occasione di crescita. Ho trascorso molto tempo insieme a scrittori che ammiro e il confronto è stato molto stimolante», ha detto Raffaella Romagnolo a Zeta.

«Ho sempre lavorato sulla scrittura autobiografica cercando un modo per superare il narcisismo dell’io, e mi è sembrato che raccontare una vita attraverso il rapporto con il linguaggio potesse essere un modo per trasmettere qualcosa che ci riguarda tutti», ha dichiarato a Zeta Tommaso Giartosio, riprendendo l’idea di scrittura come senso di comunità per trascendere la dimensione individuale.

Il Premio Strega finisce in una calda serata estiva, ma la lettura e la letteratura non si fermano. Chiara Valerio ha rimarcato l’importanza che la competizione ha sul lungo periodo dicendo a Zeta: «Penso che molti libri che hanno vinto sono entrati nelle case degli italiani e sono stati tradotti anche all’estero. Le loro pagine sono finite nelle antologie e dunque nella memoria di studenti e studentesse».

Forse non c’è un’età fragile nella vita, perché alla fine lo siamo sempre. Da bambini lo si è per ingenuità, purezza, ignoranza. Durante l’adolescenza ci si spezza con più facilità, alla ricerca di un filo che tenga insieme la nostra esistenza. Da adulti si pensa di poter mettere da parte le debolezze, per accorgersi che – prima o poi – bisognerà affrontare quanto pensavamo di esserci lasciati alle spalle.

Donatella Di Pietrantonio questo lo sa bene. «Userò la mia voce in difesa dei diritti per cui la mia generazione di donne ha molto lottato e che oggi ritengo non più scontati», ha commentato alla fine della serata, dopo aver bevuto il tradizionale sorso del liquore Strega.

Leggi qui la recensione completa di L’età fragile di Giulia Rugolo