A Parigi sventola la bandiera dell’Algeria. Domenica 4 agosto all’Arena Bercy il drappo bianco e verde con la mezzaluna e la stella rossa si è sollevato più in alto di quello di Cina e Stati Uniti. Il tempio della ginnastica artistica è in festa per l’oro alle parallele asimmetriche di Kaylia Nemour. Una medaglia che diventerà leggenda, per il grandioso punteggio con cui è stata conseguita – 15.700 – e perché è la prima per un Paese africano nella storia di questo sport.
Dietro di lei la cinese Qiu Qiyuan, anche lei diciassettenne, che aveva sbalordito i giudici con un esercizio da 15.500, e la statunitense Sunisa Lee, con un più umano 14.800. Si è fermata al quinto posto l’azzurra Alice D’Amato. «Sono orgogliosa di offrire questa medaglia all’Africa», ha dichiarato in zona mista Nemour all’inviata di Eurosport.
Sembra una rivincita storica, un contrappasso della colonia nei confronti della metropoli, ma è prima di tutto una rivincita personale. Nemour è infatti nata e cresciuta in Francia, nel paesino di Saint-Benoît-la-Forêt, nella valle della Loira, e si è formata sportivamente lì e ha anche disputato tornei internazionali sotto il tricolore. Tutto cambia nel 2021, quando Kaylia ha appena 14 anni. Vince il campionato nazionale nelle parallele, ma le viene diagnosticata un’osteocondrite acuta, una malattia infiammatoria che colpisce le ossa nel periodo di crescita, al ginocchio. La Fédération française de gymnastique (Ffg) accusa i suoi allenatori Marc e Gina Chirilcenco di aver stressato troppo l’allieva con sessioni massacranti. Secondo Céline Nony, giornalista di ginnastica per il quotidiano francese L’Équipe, la coppia era nota per spingere ad alte difficoltà atlete troppo giovani. Nel 2022, dopo due interventi chirurgici, per i suoi medici Kaylia è guarita, per quelli federali no.
Nel frattempo, va in scena un altro braccio di ferro fra lo staff della ginnasta e la Ffg. Sempre fra 2021 e 2022, vengono varate delle nuove linee guida per l’allenamento degli atleti delle nazionali. Chi ha l’ambizione di partecipare alle Olimpiadi in casa non potrà scegliere autonomamente dove allenarsi, ma dovrà spostarsi a tempo pieno nei due centri di competenza del Institut national du sport, a Vincennes, nei pressi di Parigi, e a Saint-Etienne, nel sud-est.
«Neanche un’opzione» per Nemour, che dichiara al New York Times: «Sono qui praticamente da quando sono nata. La mia casa è a pochi passi dalla palestra e sono molto contenta dei miei allenatori. Perché dovrei andarmene?». Palestra, la Avoine Beaumont, di cui la madre Stéphanie è presidente.
Ecco, quindi, che balena un’idea: perché non cambiare federazione? Il padre della ginnasta è nato in Francia, ma ha passaporto algerino per la nazionalità dei suoi genitori. Si può fare. Un sogno per i vertici della federazione africana, che possono ritrovarsi un’atleta di calibro mondiale su cui puntare per dare un impulso fortissimo al movimento ginnico del Paese. C’è solo un problema: secondo i regolamenti internazionali, per poter effettuare il cambio, serve una lettera d’esonero da parte della ginnastica francese. Non sono disposti a cedere così facilmente, tanto che solo nel 2023 si sblocca la situazione con un intervento del ministero dello sport. Kaylia riesce così a partecipare ai mondiali del 2023, dove vince l’argento nella disciplina di cui oggi è la massima interprete mondiale.
«Ho vinto questa medaglia per me, per i miei allenatori, per la mia famiglia, ma non è una vendetta», ha dichiarato dopo la sua straordinaria gara. Nessun rancore neanche dal pubblico francese, che ha applaudito – e qualcuno ha anche cantato – l’inno dell’Algeria.
È lo sport internazionale ai tempi del post-colonialismo, baby.