Björn Höcke tiene stretto il pugno destro in segno di vittoria e alza le braccia al cielo. L’ex professore di storia in giacca e cravatta dai penetranti occhi azzurri e il sorriso smaliziato non nasconde la soddisfazione, e ringrazia i cittadini turingi. 35 anni dopo la caduta del Muro di Berlino è lui il volto dell’estrema destra tedesca che, per la prima volta nella storia della Repubblica federale, è la prima forza in un parlamento regionale (Landtag). Alternative für Deutschland (Afd) dipinge di blu l’ex DDR, il territorio un tempo controllato dal regime sovietico. In vista delle elezioni nazionali del settembre 2025, le urne in Turingia e Sassonia premiano una compagine da anni sorvegliata dall’intelligence. Nella prima, Afd diventa primo partito con il 33,5% e stacca i cristianodemocratici della Cdu rafforzando l’ottima performance delle europee.
Guidata dal 2014 dall’esponente della sinistra radicale (Die Linke) Bodo Ramelow, la Turingia ospita il campo di concentramento di Buchenwald, a pochi chilometri da Weimar. Si tratta di un dettaglio non indifferente considerando le posizioni sul nazionalsocialismo di Hocke. Il candidato di punta e fondatore di “Der Flügel” – la corrente più radicale del partito – ha arringato piazze e platee di simpatizzanti con slogan affini al Terzo Reich come «Alles für Deutschland», ovvero «Tutto per la Germania». Il motto delle SA, le camicie brune hitleriane, gli è costato una multa decisa dal tribunale di Halle. L’accusa di voler riscrivere il corso degli eventi, negando l’Olocausto e i crimini nazisti, non ha però inciso.
Di poco inferiore è il 31,5% agguantato dall’ultradestra nella Sassonia governata dal cristianodemocratico Michael Kretschmer, in carica dal 2017 e sostenuto, come il collega Ramelow, dai socialisti della Spd e dai Verdi. Qui è vincente la campagna elettorale intensa di Afd tra le persone, come a Dresda, la capitale sassone sulle rive del fiume Elba, dove per settimane sono comparsi manifesti che recitano: «Noi manteniamo quello che la Cdu promette».
La crescita ad est, ma non solo
Per Ubaldo Villani Lubelli, ricercatore in istituzioni politiche all’Università del Salento, «Afd non è più un partito di protesta, ma un fenomeno nazionale che ottiene ampi consensi ad est perché 1/3 degli elettori ci crede, è convinto, e chiede proposte sulla lotta alla criminalità e le politiche d’asilo». Crisi continue dell’ultimo decennio, come quella energetica, hanno alimentato delusione e rabbia sociale nei confronti dei partiti tradizionali e «solo la Cdu sta cercando di dare delle risposte».
Il populismo di sinistra del Bsw
Prima prova di forza locale per il Bündnis Sahra Wagenknecht (Bsw), oggi terza formazione nelle regioni al voto. L’aggressione con vernice rossa subita dalla leader durante un comizio ad Erfurt è solo l’ultima in ordine cronologico contro una figura istituzionale, indicativa della crescente violenza nel paese. Meno burocrazia e più diplomazia per risolvere il conflitto russo-ucraino sono le richieste di Wagenknecht, che si scaglia contro la «sinistra neoliberale» e «alla moda». L’accusa è di aver dimenticato le battaglie in difesa dei lavoratori ed essersi concentrata sul linguaggio inclusivo, lo «stile di vita, le abitudini di consumo e i giudizi morali sul comportamento».
Gli scenari possibili
A detta di Villani Lubelli «difficilmente Afd sarà al governo poiché il cordone sanitario, la Brandmauer, resta compatto», ma al tempo stesso «avendo raggiunto la minoranza di blocco in entrambi i Länder, la nomina dei giudici non sarà possibile senza di loro». Riguardo il Bsw, nonostante l’apertura di Wagenknecht alla Cdu e alla Spd, per il ricercatore è complicato che entri nel governo turingio, perché «non sappiamo se ha una classe dirigente capace di svolgere ruoli di responsabilità importanti e collaborerebbe solo sulla base di un programma di discontinuità rispetto agli ultimi anni sul tema del debito e delle politiche ambientali».
Immigrazione e armi: gli argomenti del dibattito
Tema cruciale della contesa è stato la guerra in Ucraina, su cui convergono le posizioni di Afd e Bsw. Entrambi strizzano l’occhio alla Russia chiedendo lo stop alle sanzioni contro il Cremlino e all’invio degli aiuti militari per l’Ucraina. Secondo lo storico, «ad est il sentimento contro la guerra è meno compatto rispetto ad ovest». Tra gli argomenti ricorrenti nella retorica dell’estrema destra spicca anche l’immigrazione, soprattutto dopo l’attentato di Solingen, nel Nordrhein-Westfalen, in cui un richiedente asilo siriano ha ucciso tre persone. Afd rifiuta una società multiculturale e l’establishment, incolpato di aver reso la Germania insicura. Per il professore, «i fatti rivendicati dall’Isis hanno inciso, portando acqua al suo mulino consolidando ciò che era nell’aria da tempo».
Le ripercussioni a livello nazionale
Prima del 22 settembre, quando sarà il Brandeburgo ad andare al voto, molte sono le domande sul futuro della coalizione di governo a tre guidata dal cancelliere socialista Olaf Scholz. L’esperto sostiene che siano i liberali ad aver sofferto l’esito più duro, e ammette che il progetto politico del governo post-Merkel è fallito perché non ha corrisposto alle ambizioni con cui è salito al potere nel 2021. «Non so se durerà un altro anno, ma continua ad esserci litigiosità e come affermato dal presidente dei Verdi Omid Nouripour non ci sono più le condizioni per mettersi d’accordo con gli alleati», conclude Villani Lubelli.