Esclusiva

Dicembre 2 2024.
 
Ultimo aggiornamento: Dicembre 7 2024
Ingerenze russe, annullati il primo turno delle presidenziali in Romania

Si parla di possibili ingerenze russe, secondo l’accusa sarebbero stati impiegati migliaia di account social per promuovere la vittoria di Georgescu

La Corte costituzionale della Romania ha annullato il primo turno delle elezioni presidenziali. La decisione è arrivata dopo che mercoledì il Presidente Klaus Iohannis aveva dichiarato che la Russia aveva condotto una campagna di ingerenza sul voto. Infatti secondo l’accusa sarebbero stati impiegati migliaia di account sui social per promuovere il vincitore del primo turno, Calin Georgescu, su piattaforme come TikTok e Telegram. Georgescu, outsider di estrema destra, avrebbe dovuto affrontare domenica al ballottaggio la riformista Elena Lasconi del partito Save Romania Union.

La procura ha aperto ieri un’inchiesta sulle possibili azioni di corruzione e di riciclaggio che potrebbero aver influenzato l’esito del voto durante la campagna elettorale. Georgescu si è presentato come indipendente, senza un partito alle spalle, dopo la rottura con la principale forza dell’estrema destra. Non ha denunciato spese per la sua campagna elettorale. Ma le agenzie di intelligence hanno scoperto una campagna su TikTok in suo favore, coordinata da un gruppo Telegram, decollata due settimane prima del voto e attribuita possibilmente ad «attori non statali», ovvero la Russia, e messa in opera da «una società di marketing digitale molto efficace».

La notizia viene data dopo giorni di contestazioni dove oltre 150 giovani si sono radunati in Piazza dell’Università, in Romania per protestare contro la vittoria di Georgescu che ha ottenuto oltre il 20 per cento delle preferenze.

Chi è Georgescu

Călin Georgescu è il candidato protagonista. Ignorato dalla televisione nazionale, ma figura di primo piano sui social. La piattaforma è stata lo strumento principale per riuscire a conquistare i consensi, e superare al primo turno il ministro socialdemocratico Marcel Ciolacu. L’avversario era dato per favorito, ma si è fermato, per il momento, a poco meno del 20% di preferenze. I due si sfideranno al ballottaggio l’8 dicembre per succedere al presidente uscente Klaus Iohannis, che per dieci anni ha guidato il Paese verso una sempre più stretta integrazione con l’Occidente.

Dal 2004 la Romania sta portando avanti una metamorfosi radicale. Da ex satellite dell’Unione Sovietica a pilastro dell’Europa sul Mar Nero, forte dell’adesione sia alla Nato che all’Unione Europea. La conseguenza dai primi risultati elettorali è un grande fermento politico, venendo meno gli equilibri di un Paese diventato strategico, soprattutto dopo l’invasione russa dell’Ucraina.

La presidenza di Iohannis ha puntato a un’integrazione con le istituzioni europee e internazionali. Le difficoltà del Paese nonostante ciò continuano a esistere: la Romania registra il primato europeo per il numero di cittadini a rischio povertà, mentre l’inflazione continua a ridurre il potere d’acquisto delle famiglie. Il malcontento generale ha creato terreno fertile per il populismo e favorito l’ascesa del messaggio sovranista di Georgescu.

Se da una parte il premier uscente Marcel Ciolacu prometteva di proseguire il percorso tracciato da Iohannis, dall’altra Georgescu propone una rottura radicale nei rapporti con l’occidente.

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