Esclusiva

Dicembre 13 2024
Rutte: “Trump non uscirà dalla Nato”

Il segretario generale apre al neoeletto presidente americano: “Noi europei dobbiamo spendere di più per la difesa. Serve una mentalità da guerra”

«Donald Trump ha ragione. Vuole che gli Stati Uniti non spendano troppo, mentre noi europei non paghiamo abbastanza per la difesa». Così il segretario generale della Nato Mark Rutte ha risposto a una domanda di Zeta, al termine di un discorso tenuto al centro studi Carnegie Europe di Bruxelles giovedì 12 dicembre. In un’intervista rilasciata all’emittente statunitense Nbc News quattro giorni prima, il leader dei repubblicani, che si insedierà alla Casa Bianca il prossimo 29 gennaio, aveva detto che prenderà «assolutamente» in considerazione l’uscita dall’Alleanza Atlantica se non sarà vantaggiosa per gli Stati Uniti. 

Cosa pensa delle dichiarazioni di Trump sull’abbandonare la Nato? «Oggi non ho sentito niente a riguardo», ironizza Rutte raccogliendo una risata del pubblico. Poi torna serio: «Onestamente non ne so nulla, sono andato a trovarlo due settimane fa e non ne abbiamo parlato», prosegue. Il segretario generale afferma però di condividere l’appello del neoeletto presidente, che ha esortato i paesi europei ad aumentare la spesa militare al 2% del prodotto interno lordo. Un obiettivo che, secondo gli accordi non vincolanti sottoscritti nel 2014 a Newport, in Galles, gli alleati occidentali avrebbero dovuto raggiungere entro quest’anno.  

Stando all’ex premier olandese, 57enne e conservatore, il miliardario di New York è riuscito a scuotere il Vecchio Continente. «Da quando è stato eletto nel 2016, Trump continua a spingerci a investire sulla nostra sicurezza. Da allora spendiamo 641 miliardi di dollari in più». Una cifra che non trova riscontro nei bilanci per la difesa dei singoli paesi. Secondo un report stilato dall’organizzazione guidata da Rutte, dal 2016 a oggi gli alleati occidentali hanno aumentato di quasi 563 miliardi di dollari la voce dedicata agli armamenti. Se però si considerano solo Europa e Canada, la crescita è stata di 251 miliardi.

Comunque il segretario generale non si limita a ringraziare Trump, ma rilancia con un progetto ambizioso: «Spendere almeno il 2% è un primo passo, ma non è sufficiente». Allude a una soglia superiore, ancora da definire, ricordando i tempi della Guerra Fredda. «Allora gli europei spendevano più del 3%», continua, «e con quella mentalità abbiamo vinto. Ma la spesa è scesa con la caduta della cortina di ferro». Un problema che i politici devono risolvere, secondo Rutte, attingendo alle risorse destinate a benessere, sanità e istruzione: «I paesi europei spendono in media il 25% del Pil in welfare, ma abbiamo bisogno di prelevare una piccola parte per la difesa. Può essere difficile nel medio periodo, ma essenziale nel lungo».

Un’urgenza dettata dal pericolo della Russia, supportata da Cina, Iran e Corea del Nord, che attraverso la guerra in Ucraina sta spostando le frontiere verso ovest. «Non siamo in guerra, ma non siamo neanche in pace», sottolinea il segretario generale. Poi lancia un allarme per il futuro: «Non ci sono minacce imminenti agli alleati della Nato. La nostra deterrenza al momento funziona, ma non siamo pronti per quello che può accadere fra 4-5 anni, perché ciò che sta succedendo in Ucraina potrebbe succedere anche a noi». Per evitare un conflitto sul territorio dell’Alleanza Atlantica «dobbiamo passare ad una mentalità di guerra». E conclude citando il quarantesimo presidente degli Stati Uniti, repubblicano come Trump, con una frase presa in prestito dall’imperatore romano Adriano: «Peace through strength», pace attraverso la forza. Parola di Ronald Reagan.

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