Sono le 18:30 e piazza San Pietro è piena di fedeli provenienti da tutto il mondo. La luce fioca del sole che tramonta lascia spazio all’illuminazione artificiale che mette in risalto il colonnato del Bernini. Ma ciò che colpisce di più è il movimento della folla: migliaia di persone sono in attesa. L’aria è fredda, tipica delle serate invernali romane, ma nessuno sembra farci caso.
Le campane della basilica suonano a intervalli regolari, accompagnando i cori religiosi che risuonano potenti. La melodia si diffonde tra le colonne, creando un’atmosfera sospesa tra sacro e solenne.
La cerimonia si apre con la lettura dei passi del Vecchio Testamento e del Vangelo in diverse lingue: italiano, inglese, spagnolo, francese, e molte altre. La folla attenta ascolta con silenziosa partecipazione.
Dal fondo della piazza si scorge Papa Francesco, avvolto in un mantello bianco, che avanza sulla sedia a rotelle, accompagnato da cardinali e cerimonieri. Le vesti rosse dei prelati contrastano con il bianco del Pontefice. Il corteo percorre il cammino centrale con compostezza, guidato dal ritmo dei canti che risuonano dagli altoparlanti posizionati nella piazza.
La Porta Santa, alta e imponente, si erge davanti al corteo, con le decorazioni in rilievo che raffigurano scene bibliche. È chiusa dal 20 novembre 2016, quando finì il Giubileo straordinario della misericordia proclamato proprio da Francesco un anno prima.
Alle 19:00 il momento tanto atteso: il Papa si ferma davanti alla Porta. Nella mano destra tiene un martelletto d’argento, un oggetto di piccole dimensioni che sembra quasi scomparire tra le pieghe dell’abito. La folla si zittisce.
Con un gesto deciso, il Pontefice colpisce la Porta tre volte. Il suono è secco, metallico, e rimbomba in tutta la piazza. Le ante iniziano a muoversi, spinte da cerimonieri che le spalancano con precisione. La Porta Santa viene aperta.
I fedeli iniziano a muoversi in maniera ordinata. Ci sono persone di ogni età: anziani che camminano appoggiandosi a bastoni, giovani coppie con bambini in braccio, religiosi in abito talare. Alcuni avanzano con il capo chino.
L’atmosfera è densa di emozione, ma concreta. Non ci sono gesti plateali, solo il flusso costante di persone che si incamminano verso la basilica per raggiungere la porta con un misto di devozione e speranza. Un’anziana si ferma un attimo prima di entrare, si fa il segno della croce, poi prosegue lentamente, il volto segnato dalla commozione.
Intorno, il personale della sicurezza gestisce la folla con discrezione mentre i volontari in pettorina verde offrono indicazioni ai pellegrini.
Con l’apertura della Porta Santa, il Giubileo 2025 è ufficialmente iniziato. Piazza San Pietro, in questo momento, non è solo un luogo simbolo della cristianità, ma un punto di incontro tra culture, lingue e storie personali.