Esclusiva

Febbraio 19 2025
Il buco nero delle morti improvvise in età giovanile

Alla Camera sono state presentate due leggi da Pd e FdI per introdurre l’obbligo di diagnosi autoptica. Il cardiologo Autore: “Serve a migliorare la prevenzione, i vaccini non c’entrano nulla”

«Ricordo un ragazzo colpito da un malore, uno dei primi casi della mia esperienza da medico. Era il terzo della famiglia, il padre e il fratello erano morti». Così Camillo Autore, docente dell’Università la Sapienza di Roma, spiega l’urgenza da cui nascono i disegni di legge per rendere obbligatoria la diagnosi autoptica per le morti improvvise giovanili, presentati il 18 febbraio alla Camera dei Deputati. «È un fenomeno sottostimato dai dati statistici», prosegue il cardiologo, «che però bisogna tracciare per migliorare la prevenzione».

Oltre un terzo delle morti improvvise può avere una causa non cardiaca, da malattie vascolari e infezioni a problemi neurologici, mentre la maggior parte dei casi deriva da cardiomiopatie, miocarditi, malattie valvolari e anomalie delle coronarie. «Capita che un cuore sano, con un elettrocardiogramma perfetto, sembri “impazzire”», racconta l’esperto. Spesso le patologie sono ereditarie e, se si identifica la causa del decesso, si possono salvare altri componenti della famiglia. Tuttavia meno del 50% dei casi di morte improvvisa giovanile riceve una diagnosi autoptica. «L’autopsia è discrezionale, deve fare richiesta il medico curante, il medico di base se la morte è avvenuta in casa, oppure l’autorità giudiziaria», aggiunge il professore.

Per tracciare il fenomeno a livello nazionale, si sono mobilitate forze di maggioranza e opposizione. Una proposta di legge è arrivata nel 2023, con primo firmatario l’onorevole del Partito Democratico Marco Lacarra, per introdurre l’obbligo degli esami molecolari e istologici. L’anno dopo, un nuovo disegno firmato dal deputato di Fratelli d’Italia Luciano Ciocchetti ha esteso la riforma sanitaria, concentrandosi sulla costruzione di una rete nazionale dei centri specializzati «nella diagnosi e nella cura delle patologie a rischio di morte improvvisa giovanile». Il testo fa riferimento anche allo «screening cardiologico e counseling genetico familiare», per tutelare i parenti delle vittime.  

«Queste iniziative partono dall’ascolto di tante associazioni di pazienti, professionisti, medici con cui abbiamo lavorato in questi anni», dice a Zeta l’onorevole del Pd Ilenia Malavasi, che con Ciocchetti ha organizzato la conferenza stampa alla Camera. «Era necessaria un’azione trasversale delle forze politiche per una presa di responsabilità verso i cittadini», conclude, sottolineando la comunione di intenti con Fdi.

Un lavoro corale che ha risvegliato i maestri del sospetto, pronti a insinuare una presunta correlazione tra morti improvvise e vaccinazioni. Tesi smentita dal professor Autore: «Purtroppo i novax hanno uno spirito complottista, che fa vedere ovunque conferme delle loro idee. La campagna vaccinale contro il Covid-19 non c’entra, sono vent’anni che si parla di introdurre l’obbligo delle diagnosi». Il cardiologo cita i dati che la regione Veneto ha registrato dal 2019 al 2022, a cavallo tra il periodo pre-pandemico e la campagna vaccinale. «Non si è riscontrato nessun aumento del numero assoluto di morti improvvise», conferma il docente.

Ciò che è emerso, invece, è una discrepanza tra i dati regionali e nazionali. «Il Veneto ha adottato un sistema di tracciamento più preciso, che ha permesso di stimare, in Italia, circa 200 casi di morti improvvise per anno nella fascia di età inferiore ai 44 anni», prosegue l’esperto. Un numero sproporzionato rispetto alle rilevazioni dell’Istituto nazionale di statistica, che ha registrato 440 casi tra il 2016 e il 2019, su tutte le fasce di età. Fonti dell’Istat hanno confermato le difficoltà a identificare i decessi improvvisi. «Serve un registro sanitario nazionale, uniforme», conclude il cardiologo, «per diffondere una nuova consapevolezza nei cittadini. Vogliamo salvare altre vite».

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