Retaggi culturali
Pregiudizi e disinformazione coinvolgono questioni anche molto delicate, come il piacere femminile.
La differenza tra uomo e donna nella conoscenza del godimento affonda le radici in secoli di retaggi culturali che, in alcuni casi, persistono. «Una donna che aveva più partner o iniziava precocemente la propria attività sessuale veniva etichettata come una “poco di buono”, mentre per l’uomo era un segno di virilità», spiega la dottoressa Marisa Vitarelli, ginecologa e ostetrica dell’ospedale Bufalini di Cesena. Questa mentalità, col tempo, ha portato molte donne a sentirsi sminuite nell’esprimere la propria sessualità. «Anche se oggi questa concezione si sta attenuando, il “rumore di fondo” di un’educazione repressiva persiste, generando sensi di colpa e inadeguatezza».
Se in alcune culture il controllo sul corpo femminile arriva fino a pratiche estreme come l’infibulazione – la mutilazione dei genitali – in Occidente la questione si gioca sul piano della libertà individuale e dell’educazione sessuale. Nonostante permangano alcune difficoltà, le nuove generazioni sembrano essere più consapevoli e aperte, grazie a un maggiore accesso alle informazioni e a un diverso approccio delle famiglie: «Oggi molte madri accompagnano le figlie dal ginecologo e parlano di contraccezione», sottolinea la dottoressa.
Evidenze scientifiche e armonia
Non sono da trascurare, poi, alcune differenze biologiche. L’orgasmo maschile è legato all’eiaculazione, con una durata media di tre-dieci secondi, mentre quello femminile può arrivare circa a venti. L’uomo ha un’unica via di appagamento, concentrata nei recettori del prepuzio, mentre la donna può sperimentarlo attraverso la stimolazione clitoridea, vaginale o entrambe. «Il partner dovrebbe esplorare e anche la donna dovrebbe imparare a scoprirsi. Non c’è sempre, però, la maturità o il coraggio di farlo», continua Vitarelli.
Sebbene i giovani oggi abbiano accesso immediato alle informazioni, non sempre queste fonti sono affidabili. «I siti pornografici, ad esempio – spiega la sessuologa e psicoterapeuta Stefania Crocetta – offrono una rappresentazione distorta o parziale della sessualità. Questo non fa che alimentare aspettative irrealistiche che si ripercuotono a livello psicologico».
Secondo il terzo Rapporto Ital Communications-Censis, tra il 2019 e il 2024 in Italia sono state registrate oltre 76.000 menzioni a notizie false sulla sfera erotica. Ciò rende ancora più importante un’educazione basata su evidenze scientifiche. «Bisognerebbe introdurre sessuologi negli istituti. Mi batto da anni per questo ma ci sono genitori che si oppongono per una “mania” del controllo sui figli», lamenta la dottoressa Crocetta. Fondamentale rimane il ruolo della famiglia, in particolare della madre «che deve trasmettere sicurezza e consapevolezza affinché l’intimità possa essere vissuta in modo libero e senza stigmi», conclude Vitarelli.
Il piacere femminile non è un lusso né un mistero, ma un diritto da valorizzare. Promuoverne la consapevolezza significa liberare le donne da condizionamenti che le hanno relegate al silenzio e all’ignoranza. Un’adeguata informazione può tracciare la strada verso una società in cui il piacere non sia più oggetto di vergogna, ma parte naturale e imprescindibile del benessere individuale.
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