Esclusiva

Marzo 13 2025.
 
Ultimo aggiornamento: Marzo 14 2025
Alla Villetta i ragazzi dell’Autbar costruiscono il futuro

Nel Social Lab di Garbatella attività di solidarietà, partecipazione, cultura e diritti

Nel cuore del quartiere Garbatella, a Roma, “la Villetta” è un’istituzione. Scendendo da Piazza Damiano Sauli su via Passino, l’edificio sorge proprio sulla sinistra, circondato da muretti realizzati nel tipico stile del rione, il rustico e ricercato barocchetto romano. Oggi il luogo è un “social lab” che ospita progetti di ogni tipo, volti alla solidarietà, al mutualismo, alla partecipazione e alla condivisione nel loro senso più ampio. Ma un tempo questa era la sede del Partito comunista, ancor prima era stata occupata dal fascio e poi liberata dai partigiani. «Oggi siamo l’Associazione Culturale Villetta Social Lab, ma continuiamo a fare politica sul territorio. Offriamo delle attività a un costo calmierato in modo che tutti possano partecipare. Insomma, anche questo è fare politica, no?», si chiede Laura Iacoangeli, parte del collettivo della Villetta e dell’associazione We.Red.S., che si occupa della gestione del luogo. È lei ad accoglierci quando arriviamo. Una volta entrati, l’aria che si respira è frizzante, ma calorosa. Lo spirito identitario, che – come dicevamo – qui significa soprattutto politico, emerge subito. A dare il benvenuto è infatti un grande striscione rosso che recita “25 aprile sempre e per sempre”. Attorno all’edificio, si apre un ampio spazio con tavoli e sedie di forme e modelli diversi. Un gruppo di ragazzi sorseggia una birra, mentre tre signore conversano gustando un tramezzino. Nel frattempo al bancone alcuni giovani si dividono gli ordini. Sono i ragazzi dell’”Autbar”, dove i “baristi autistici rivoluzionari”, come si definiscono, servono birra, spritz e bevande alla clientela. Qui si può godere di un aperitivo alternativo alla filosofia dei locali più chic e pretenziosi del centro, in una cornice suggestiva com’è quella dei lotti di Garbatella.
La funzione sociale del luogo, come dicevamo, si manifesta oggi attraverso l’organizzazione di laboratori offerti al pubblico ad un prezzo calmierato. «Ci sono corsi di yoga, coro, c’è una sartoria, c’è un corso di scrittura autobiografica, c’è un’orchestra, c’è un corso di inglese…c’è di tutto», riassume Iacoangeli. Tra le altre cose, la Villetta ospita l’associazione “Giuliaparla Onlus”, che si occupa di ragazzi autistici adulti, troppo spesso lasciati soli a se stessi. «I ragazzi – spiega Iacoangeli – finché sono a scuola sono seguiti dai servizi sociali, hanno il sostegno e quant’altro. Poi invece, una volta usciti dal percorso scolastico, c’è un po’ un vuoto». Ed è qui che Giuliaparla interviene: «Questa associazione – afferma Iacoangeli – è formata da operatori bravissimi, sono psicologi, sessuologi e quant’altro. Vengono qui la mattina, istruiscono i ragazzi e danno loro delle nozioni». Ad esempio, insegnano loro «come accogliere le persone in un bar, in un contesto di ristorazione, in un albergo». «Poi il pomeriggio – continua – quelli che hanno un autismo un po’ più leggero, se vogliamo dire così, fanno pratica e gestiscono il nostro bar». E lo fanno completamente da soli, senza alcun aiuto esterno: «Solo loro gestiscono il bar – sottolinea Iacoangeli – quindi se tu vieni alla Villetta a bere una birra, sarà servita da un ragazzo autistico».
L’obiettivo è preparare questi giovani al futuro, in modo che un giorno possano uscire fuori dal contesto “comfort” della Villetta. E per qualche ragazzo dell’Autbar c’è stato il lieto fine: «Due/tre ragazzi, forse anche di più, hanno trovato lavoro in un una struttura commerciale dopo aver lavorato qui da noi», conclude Iacoangeli con gli occhi pieni di orgoglio. Ed è proprio questo, forse, il senso ultimo (e magico) di questo luogo.