In una sessione plenaria dominata dal tema della difesa, il Parlamento Europeo ha votato due risoluzioni sul cosiddetto semestre europeo, il quadro di coordinamento delle politiche economiche e sociali dell’Ue. Oltre alla sicurezza, di cui si è parlato anche nelle sessioni non focalizzate sull’argomento, l’emiciclo ha evidenziato altre questioni cruciali che l’Unione dovrà affrontare nel campo della competitività e delle tutele sociali.
“La difesa si è impadronita del dibattito politico perché su questo si gioca la tenuta del progetto europeo, ma nel quadro di coordinamento si collocano tante altre sfide” – spiega Massimiliano Salini, vicepresidente del Partito Popolare – “tra cui quella dell’automotive, che paga il prezzo di un approccio dirigistico che contraddice il modello sviluppo dell’Unione fondato sull’economia sociale di mercato”.
Uno degli obiettivi principali dei prossimi anni è colmare il gap di investimenti con i principali competitor globali per aumentare la competitività dei Paesi europei. Secondo un report del World Economic Forum, l’Europa è molto indietro nei settori strategici che definiranno gli equilibri geopolitici del futuro. Su quattordici tecnologie chiave, tra cui l’intelligenza artificiale e la connettività avanzata, gli Stati dell’Unione sono in partita solo in quattro.
“Bisogna lavorare da un lato sulla ricerca e sull’integrazione tra il mondo dell’università con quello dell’industria” – continua Salini – ma poi serve tutelare il proprio posizionamento contro chi non rispetta le regole del mercato”. Il riferimento è soprattutto alla concorrenza cinese, che grazie a standard molto diversi per la produzione è in grado di realizzare prodotti di alta qualità a prezzi ribassati.
“Per contrastare questo fenomeno serve recuperare il rapporto su cui si è fondato l’Occidente, quello tra Europa e Stati Uniti. È inaccettabile che si inizi una battaglia di dazi reciproci”, conclude il vicepresidente del Ppe, secondo cui una guerra commerciale non è interesse nemmeno di Washington.
Lo stesso giorno il Parlamento ha tenuto una discussione per valutare i primi cento giorni della Commissione, in cui si è fatto un punto sui risultati più importanti e sugli obiettivi ancora da raggiungere. Dal gruppo dei Socialisti e Democratici l’eurodeputata Camilla Laureti ha cruticato l’esclusione di alcuni temi dalle priorità dell’Unione. “Dove sono le persone? La sanità? I salari? La tutela del pianeta? Anche queste devono essere parole d’ordine”.
Non la pensa così Nicola Procaccini, co-presidente dei Conservatori e Riformisti (Ecr), che nel suo intervento si è schierato contro il Green Deal ed ha espresso soddisfazione per la maggior presenza di deputati conservatori nel nuovo parlamento. “La Commissione precedente si è concentrava su direttive pseudo-ambientaliste e ha aperto le porte all’immigrazione incontrollata, oggi finalmente stiamo parlando di cose serie”, ha affermato Procaccini.
“I parlamentari di Ecr dicono che la transizione energetica sta danneggiando le persone, ma sono i primi che nel semestre europeo hanno voluto cancellare qualsiasi riferimento a investimenti sulla casa e al salario minimo e hanno provato a eliminare un fondo per la povertà infantile”, dice ai microfoni di Zeta l’europarlamentare dei Verdi Benedetta Scuderi.
Secondo i Verdi la questione della difesa, su cui la Commissione sta concentrando l’attenzione e la maggior parte delle risorse, va gestita in modo diverso. “Non abbiamo bisogno di più armi, ne abbiamo già tantissime, abbiamo bisogno di usarle meglio – continua Scuderi – servono investimenti utili anche alla popolazione civile nelle infrastrutture, nella mobilità e nel digitale”.
Quanto alla strategia per gestire un bilancio in cui rischia di non esserci spazio per tutto, l’eurodeputata verde risponde: “Per prima cosa noi chiediamo che chi sta facendo i maggiori profitti in questo momento paghi di più. Poi crediamo che le regole sulla stabilità debbano essere riviste. Bisogna iniziare a fare debito comune in ciò che ci serve per il nostro futuro, come la transizione verde, la sicurezza energetica e gli investimenti nel sociale”.