Esclusiva

Marzo 31 2025.
 
Ultimo aggiornamento: Aprile 3 2025
“Danzare la vita”, un libro per muoversi nell’esistenza

Il saggio di Mattia Spanò studia l’intelligenza emotiva come strumento per affrontare le difficoltà in ambito lavorativo

La vita non è un’unica via prestabilita, ma un continuo adattamento alle situazioni. La danza di cui parla Mattia Spanò nel suo libro Danzare la vita è il simbolo di questa dinamicità, di un movimento armonico che connette individuo e realtà circostante.

L’idea nasce da un’esperienza che lo scrittore ha condotto: «Un’azienda mi ha affidato un corso di formazione in cui mi chiedeva di declinare la tematica dell’intelligenza emotiva in ambito lavorativo», racconta. Questo confronto con persone dalla lunga esperienza professionale lo ha portato a rielaborare e ampliare dei concetti precedentemente esplorati nei suoi studi, creando un’opera che si nutre di interazione e apprendimento reciproco. Il libro, infatti, non si limita a trattare la sfera emotiva, ma approfondisce anche il rapporto tra corpo, mente, ambiente e tecnologia, con un capitolo che tocca anche il tema dell’intelligenza artificiale.

Al centro del saggio c’è la riflessione sull’importanza delle relazioni umane in ambito quotidiano e, dunque, anche lavorativo. «Forse non c’è competenza più pratica del sapersi muovere, del capire il mondo, del costruire un ambiente di lavoro sereno e riflessivo». L’empatia è una qualità troppo spesso sottovalutata, tanto in contesti aziendali, quanto nella realtà ordinaria. Di frequente ridotta a uno slogan privo di profondità. Come sottolinea Spanò, «essere umani non è un dato di fatto, ma un percorso, un cammino che dobbiamo intraprendere ogni giorno». All’interno degli ambienti lavorativi, ci si concentra su corsi di formazione focalizzati a un arricchimento pratico e tecnico specifico. Ma, secondo lo scrittore sono il «sapersi rapportare, relazionare e saper comprendere l’alterità che si dà nell’altro» il fulcro della riuscita di ogni giorno.

I primi capitoli del libro, dedicati a Platone e Aristotele, tematizzano l’intelligenza emotiva nell’attraversamento di alcuni luoghi delle opere: «Quando si parla di giusto mezzo, non lo si fa in termini di fissità. Non c’è un giusto mezzo tra due poli che si dà sempre nello stesso modo, ma si rimodula sulla base delle persone che si incontrano e dei contesti che si vivono». Nella prefazione, infatti, lo scrittore sottolinea che nulla viene dal nulla e aggiunge: «Questo libro non è altro che un modesto tentativo di accostarsi alla complessità dell’intero, che da frammenti, abitiamo». Ciò invita il lettore a riflettere sul proprio ruolo nel mondo e sulla necessità di un pensiero critico e adattivo. Lontano dalle formule preconfezionate, Danzare la vita è un’opera che stimola la consapevolezza e il confronto, proponendo un modello di apprendimento continuo e in evoluzione.

Spanò, infatti, nella stesura del testo intreccia filosofia, neuroscienze e pratica professionale, evidenziando come la conoscenza non possa essere confinata a un’unica dimensione. Il saggio diventa così anche un invito a superare i confini rigidi tra discipline, abbracciando un sapere trasversale. Alla luce di sfide globali contemporanee, Danzare la vita assume un significato ancora più profondo. In un’epoca caratterizzata da incertezze e rapide trasformazioni, l’autore suggerisce che l’intelligenza emotiva non sia solo un vantaggio competitivo, ma una necessità per costruire comunità più empatiche. La vera crescita, secondo Spanò, avviene quando si abbandona l’illusione del controllo assoluto e si accetta il movimento continuo della vita come fonte di apprendimento e trasformazione. Il libro non è solo una guida per comprendere meglio sé stessi e il mondo intorno, ma anche uno strumento per affrontare le sfide del presente con maggiore consapevolezza e flessibilità. Uno scritto che, come la danza, invita a muoversi con armonia tra le complessità dell’esistenza.

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