Il Parlamento è gremito, tutti hanno preso posizione, l’impazienza dei presenti è tangibile. Con qualche minuto di ritardo rispetto a quanto prestabilito, fanno il loro tanto atteso ingresso Re Carlo III e Regina Camilla d’Inghilterra. Il Re si siede al centro tra il Presidente del Senato Ignazio La Russa, alla sua destra, e quello della Camera Lorenzo Fontana, alla sua sinistra.
Ad accogliere il sovrano, tra bandiere britanniche e italiane, la banda interforze, che ha eseguito gli inni nazionali. In Aula, oltre a deputati e senatori, presenti anche ex presidenti della Camera come Gianfranco Fini, Fausto Bertinotti e Luciano Violante, l’ex premier Mario Monti e numerosi ministri, tra cui Nordio, Musumeci, Pichetto Fratin, Santanchè, Giuli, Foti e Schillaci.
I presidenti Fontana e La Russa hanno aperto la cerimonia, sottolineando il forte legame di amicizia e collaborazione tra Regno Unito e Italia. «In un mondo complesso come quello attuale, in cui conflitti e disgregazioni emergono con forza — ha detto La Russa — è fondamentale valorizzare la saldezza delle relazioni tra i nostri popoli».

Tra storia e valori comuni
Il re inizia il suo discorso in italiano, davanti allo stupore generale dei partecipanti, rinnovando l’onore di essere qui. «E, per altro, spero di non stare rovinando la lingua di Dante… così tanto da non essere più invitato in Italia». Con questa battuta, pronunciata con un sorriso e in un italiano dal marcato accento britannico, Re Carlo III ha aperto il suo storico intervento davanti al Parlamento riunito in seduta comune. È la prima volta nella storia della Repubblica che un sovrano britannico prende la parola nell’Aula di Montecitorio. Un evento dall’alto valore simbolico, che suggella un’antica amicizia tra due nazioni unite da secoli di intrecci culturali, politici e militari.
L’intervento di Re Carlo ha rappresentato uno dei momenti più solenni della visita di stato nel nostro Paese, compiuta insieme alla Regina consorte, in occasione anche del loro ventesimo anniversario di matrimonio.
Durante il suo monologo, il sovrano ha toccato con equilibrio i nodi storici e le sfide contemporanee. Dall’omaggio alla nostra cultura, «l’Italia è un paese irresistibile, a cui sono molto affezionato», ha detto, al ricordo dei legami profondi tra le due nazioni: «Ho compiuto diciotto visite ufficiali in quarant’anni, da Torino a Palermo, da Verona a Napoli».
Re Carlo ha celebrato figure come Garibaldi, ammirato nel Regno Unito al punto da generare una vera «Garibaldimania», e ha ricordato l’apporto britannico all’unificazione italiana, così come la profonda interdipendenza culturale ed economica tra i due Paesi. Non sono mancati i riferimenti all’attualità: «Insieme difendiamo i valori democratici e stiamo al fianco dell’Ucraina. Le nostre forze armate collaborano nella NATO, anche nel Mediterraneo».

Ambiente e memoria
Ampio spazio è stato riservato ai temi ambientali, da sempre cari al sovrano: «I cambiamenti climatici colpiscono entrambi i nostri Paesi. Dobbiamo agire ora, per la biodiversità e il futuro del nostro pianeta». Re Carlo ha poi ricordato le vittime italiane della Seconda guerra mondiale e l’impegno della Resistenza, citando l’eroina partigiana Paola Del Din e ringraziando «i molti civili italiani che offrirono rifugio ai soldati britannici, rischiando la vita».
Oggi sarà a Ravenna, dove parteciperà insieme al presidente Mattarella alla commemorazione dell’ottantesimo Anniversario della Liberazione. Visiterà anche la tomba di Dante, chiudendo un viaggio nel segno della memoria, della cultura e del rinnovato dialogo istituzionale tra Londra e Roma.
A testimoniare la sintonia dell’incontro, anche un fuori programma. Quando lo speaker dell’evento ha erroneamente annunciato la fine della cerimonia, Carlo ha sorriso e, rivolgendosi ai due presidenti che aveva affianco, ha fatto notare con garbo di non aver ancora concluso. Risate in Aula e un nuovo, lungo applauso hanno suggellato un discorso che, come ha detto lo stesso Re, vuole essere «una promessa: fare tutto quanto in mio potere per rafforzare l’amicizia tra Regno Unito e Italia».
Tra sorrisi e applausi
Ha ricordato, poi, quanto le differenze tra i due Paesi, lontani geograficamente e diversi per natura, abbiano nel tempo saputo trasformarsi in complementarità. Un legame che affonda le radici nella storia, ma che oggi si rinnova nella condivisione di valori e prospettive comuni. Ed è con questa fiducia – nella capacità di affrontare insieme le sfide del presente e del futuro – che il sovrano ha voluto concludere con un messaggio di speranza, evocando Dante: «e quindi uscimmo… a riveder le stelle». Risate, applausi e standing ovation lo hanno salutato mentre usciva con la moglie.
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