Esclusiva

Maggio 5 2025.
 
Ultimo aggiornamento: Maggio 6 2025
Nuovo piano israeliano per Gaza Tensione fra esercito e governo

Votato nella notte dal gabinetto di sicurezza, con l’obiettivo di «una presenza prolungata nella Striscia». Ma i familiari degli ostaggi contestano

AGGIORNAMENTO: L’alto funzionario di Hamas Basem Naim, interrogato dall’agenzia AFP martedì 6 maggio, ha dichiarato che l’organizzazione non è più interessata a sedersi a tavoli di trattativa con Israele: «Non ha senso avviare colloqui o prendere in considerazione nuove proposte di cessate il fuoco finché nella Striscia di Gaza continuano la fame e la guerra di sterminio». Mentre il ministro israeliano per l’energia Eli Cohen ha dichiarato alla radio israeliana Rashet Bet che «la parola tregua deve essere cancellata dal lessico».

Il gabinetto di sicurezza di Israele ha approvato all’unanimità, nella notte fra domenica 4 e lunedì 5 maggio, il piano per l’espansione delle operazioni militari a Gaza. Secondo fonti governative, il primo ministro Benjamin Netanyahu avrebbe chiarito che l’obiettivo finale è «l’occupazione del territorio e una presenza israeliana prolungata nella Striscia».

Previsto anche il trasferimento della popolazione civile nel sud dell’enclave palestinese e un cambio radicale nel sistema di distribuzione degli aiuti umanitari. Le derrate alimentari, secondo il piano su cui manca ancora l’intesa con l’alleato statunitense, verranno distribuite tramite agenzie private straniere con il supporto dell’esercito israeliano.

Secondo una fonte contattata dal giornale Haaretz, Netanyahu sarebbe convinto che si tratti di «un buon piano per raggiungere gli obiettivi di sconfiggere Hamas e restituire gli ostaggi». L’Hostages and Missing Families Forum, che riunisce le famiglie dei cittadini rapiti dai militanti islamisti, però, ritiene che l’approvazione del piano significhi «rinunciare agli ostaggi, alla sicurezza e alla resilienza nazionale di Israele», preferendo la conquista di territori. 

I ministri che compongono il gabinetto di sicurezza hanno anche approvato la proposta sulla distribuzione di aiuti ai civili di Gaza. Unico contrario, sempre secondo Haaretz, il ministro per la sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir: «Non capisco perché dovremmo dare loro qualcosa: hanno abbastanza cibo lì. Dovremmo bombardare le riserve alimentari», avrebbe detto.

Frasi che avrebbero scatenato una discussione all’interno della riunione. «Queste idee ci mettono in pericolo. Esiste il diritto internazionale», avrebbe detto il capo di stato maggiore dell’IDF, il tenente generale Eyal Zamir. Netanyahu, però, sarebbe intervenuto in difesa del leader di Potere Ebraico, chiarendo che ogni ministro «può esprimere la propria opinione e dissentire dai funzionari».

Il piano di scavalcare le agenzie internazionali per affidare la consegna di rifornimenti a società private è stato respinto da Hamas – che, come riferisce Al Jazeera, lo ha definito uno «strumento di ricatto politico» – ma anche dalle Nazioni Unite. «Spinge i civili in zone militarizzate per avere le razioni, minaccia vite umane, comprese quelle degli operatori umanitari, consolidando ulteriormente allo stesso tempo lo sfollamento forzato», si legge in una nota dell’ufficio Onu per gli aiuti umanitari (Ocha). Intanto sono più di due mesi che a Gaza non entrano cibo e medicinali.

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