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Esclusiva

Gennaio 21 2020
Berrettini, Fognini, Sinner: l’avventura agli Australian Open

Le stelle del tennis italiano continuano la loro avventura a Melbourne. Il commento del giornalista sportivo Stefano Meloccaro e l’intervista ad Andrea Spizzica, primo allenatore di Jannik Sinner

Tre successi in tre partite. Inizia così l’avventura di Fabio Fognini, Matteo Berrettini e Jannik Sinner agli Australian Open, primo slam della stagione.


«Fognini e Berrettini – spiega Stefano Meloccaro – hanno vinto due bellissime partite. È un ottimo sintomo che Fabio abbia recuperato un match che si era messo molto male per lui e che Berrettini abbia vinto facilmente. Parlando di Sinner, non bisogna dare troppo peso ai suoi risultati in questo momento. Ci sono le premesse affinché diventi un grande del tennis però è alle sue prime esperienze in un torneo dello slam quindi anche una sua ipotetica sconfitta non sarebbe nulla di grave. Qualsiasi cosa succederà resta sia il giocatore, sia la sua grande mentalità. Lo stesso vale anche per Berrettini, con loro non dobbiamo avere fretta».

Stefano Meloccaro, giornalista sportivo
Stefano Meloccaro, giornalista sportivo

Spesso si è detto che i tennisti italiani maturino tardi rispetto ai colleghi stranieri. «È successo per anni che i nostri ci mettessero un po’ a trovare la strada giusta. Berettini e Sinner – continua Meloccaro – hanno smentito questa teoria. Gli italiani maturavano tardi perché non trovavano le chiavi e i metodi giusti per arrivare subito. Quando si sono trovati ragazzi forti mentalmente e fisicamente con grandi coach alle spalle, la strada l’hanno trovata. È questione di saper fare le cose giuste al momento corretto e noi finalmente ci stiamo riuscendo».
La figura del coach nel tennis di oggi è fondamentale e va di pari passo con il giocatore. «Il mondo del tennis intero è stato concorde nel dire che Vincenzo Santopadre, che allena Berrettini da quando aveva 14 anni, ha dei meriti enormi. È una sua creatura. Quando ci si trova davanti un grande tennista si guarda subito chi lo allena. Uno dei motivi che ci fa pensare che Sinner diventerà forte è proprio il fatto che abbia alle spalle un allenatore davvero bravo come Riccardo Piatti», conclude Meloccaro.

 


Al Melbourne Park, continua per ora la favola di Jannik Sinner. L’altoatesino ha centrato, a soli diciotto anni e cinque mesi, la prima vittoria della carriera in un torneo del Grande Slam. L’inaspettato trionfo alle NextGen di Milano, ha puntato su di lui i riflettori dei media italiani e mondiali.
«Se vuole diventare un campione, la pressione fa parte del gioco. Jannik ha un team che lo protegge ed è un ragazzo serio e maturo. Ha le idee molto chiare sul proprio futuro», racconta Andrea Spizzica, primo storico allenatore della giovane promessa.
«Negli ultimi due anni passati qui nella nostra scuola aveva già ottenuto ottimi risultati anche allenandosi solo un paio di volte a settimana, ma non era facile pensare che sarebbe diventato un giocatore di questo livello».

 

Andrea Spizzica, ex allenatore di Jannik Sinner
Andrea Spizzica, ex allenatore di Jannik Sinner

Jannik Sinner adesso è un potenziale campione del tennis mondiale. Andrea Spizzica non è più il suo allenatore ma non ha rimpianti. «Molti maestri l’avrebbero protetto pur di non farlo andar via ma la nostra struttura di Brunico non era all’altezza. Bisogna fare una scelta: giocare a questi livelli e viaggiare per trenta settimane all’anno non è facile. Si tratta di una scelta di vita. Per questa ragione abbiamo deciso di indirizzarlo verso l’accademia di Piatti».

L’altra grande passione di Sinner erano gli sci. «Era molto forte. Aveva sicuramente anche delle qualità tennistiche ma dovevamo fornirgli dei contenuti tecnici adeguati per far sì che potesse scegliere il percorso adatto a lui. Quando aveva 10 anni e vedeva qualche fiocco di neve – continua Spizzica – correva a sciare. In inverno, dedicava davvero poco tempo al tennis».

Indicato come uno dei futuri protagonisti del tennis italiano, Jannik Sinner ha le carte in regola per non porsi limiti. Nei prossimi giorni, nella cornice del Melbourne Park, scopriremo il destino suo e degli altri azzurri. Senza fretta, ma con qualche speranza.