Quella di riversare inchiostro sui lenzuoli è un’iniziativa che parte da lontano, affonda le radici nella lotta alla mafia ai tempi di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Marta Cimino, sociologa e figlia di Marcello Cimino e Giuliana Saladino, entrambi giornalisti e attivisti, fu una delle fondatrici del Comitato dei Lenzuoli nato a Palermo dopo le stragi di Capaci e via D’Amelio che nel 1992 tolsero la vita a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Anni dopo, nel 2003, è stata la volta delle bandiere della pace appese a balconi e finestre per dire no alla guerra in Iraq. L’iniziativa prende il nome di “Pace da tutti i balconi” e nasce a Bologna nel settembre del 2002. Poi è stata la volta dei lenzuoli bianchi contro lo smog, esposti sui balconi per dimostrare l’effetto dannoso delle polveri sottili, e degli striscioni organizzati dal Comitato No Grandi Navi di Venezia. Sempre nella stessa città i rappresentanti dei separatisti hanno appeso lenzuoli bianchi in sostegno del referendum sulla suddivisione del Comune di Venezia nei due Comuni autonomi di Venezia e Mestre del dicembre 2019. Oggi, marzo 2020, l’Italia fronteggia il dilagare dell’epidemia da Coronavirus e da qualche giorno sventolano lenzuoli con arcobaleni, un messaggio di positività e speranza che unisce famiglie e bambini. L’iniziativa si chiama “Andrà tutto bene” e anche se l’appuntamento era fissato per sabato 14 da molte case fanno già capolino i disegni, perché come recita il volantino affisso nei palazzi e postato sui social «a volte le parole non bastano e allora ci vogliono i bimbi, i colori, le emozioni.»
Attenzione! Questo articolo è stato scritto più di un anno fa!
Esclusiva
Marzo 13 2020Fenomenologia di un lenzuolo, quando la vernice dà speranza
Simbolo di pace, controversi o dissidenti: la cronistoria dei lenzuoli è cosa antica e torna di moda anche in questi giorni di quarantena obbligatoria in tutta Italia, dove esporre arcobaleni contro il Coronavirus è il baluardo colorato della resistenza