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Esclusiva

Marzo 13 2020.
 
Ultimo aggiornamento: Marzo 17 2020
Houseparty: “You are in the house”

Apri l’app dal divano di casa e sei subito dentro la festa! Giochi, musica e tante emoticon per divertirti anche se sei solo nella tua stanza, e perché no conoscere nuova gente come se fossi seduto nel tuo bar preferito

Houseparty: “You are in the house”
La “Hall” dell’applicazione

“Wave to your friends to get the party started”: “Fai ciao con la mano ai tuoi amici per far iniziare la festa”. Basta salutare per collegarti e creare la tua “room”, una semplice videochiamata con i tuoi contatti. E se ti annoi mentre aspetti i tuoi amici nella “hall” della casa, puoi passare il tempo leggendo curiosità o frasi simpatiche che si alternano sullo schermo di apertura. L’applicazione ti avvisa quando qualcuno è dentro con una notifica: “Claudia is in the house”, proprio come se avesse appena suonato il campanello.

Houseparty: “You are in the house”

«Se la stanza non è al completo e hai il contatto telefonico di qualcuno che è già in videochiamata puoi subito collegarti con loro, non c’è bisogno di una richiesta», spiega Mirco nella nostra “room”. I 7 quadrati in cui si è diviso lo schermo non fanno che muoversi o dirsi cose l’uno sopra l’altra, ma lui riesce a imporsi e prendere la parola. «La cosa bella è che chiunque abbia il mio numero o nickname può unirsi anche se non conosce nessuno degli altri partecipanti. Per esempio durante una delle ultime chiamate in una “room” ho conosciute due ragazze che non avevo mai visto, ma una aveva il numero di un membro della stanza. Si è unita lei e poi l’ha seguita allo stesso modo la sua amica».  Un modo originale e sicuro per conoscere gli amici dei tuoi amici e così via.

Sono tutti a casa, in pigiama o in tuta. Qualcuno è nella propria stanza, altri invece come Claudia preferiscono la cucina. Da lì passano sua madre e poi suo fratello che si fermano per salutare tutta la “room”. «“Houseparty” ha una qualità video migliore e molte più funzioni. All’inizio della quarantena usavamo “Skype”, ma qui ci divertiamo molto di più e possiamo vedere più persone». Raccontano i ragazzi nella video chat caotica. Qualcuno clicca sui dadi e parte uno dei giochi. «È una pipa»; «È una barca»; «Ma no raga’ è un sassofano!», urla dolcemente Claudia e vince la manche, indovinando il disegno di Gaia.

Houseparty: “You are in the house”

Anche se “Houseparty” è stato scoperto ora da questi ragazzi in quarantena l’applicazione è stata rilasciata nell’ottobre 2016 da un team capitanato da Ben Rubin, inserito da Forbes nella lista dei 30 Under 30 che sono riusciti a trasformare lo smartphone in un nuovo modo di vivere da remoto. Negli Stati Uniti l’applicazione ha avuto successo specie tra i Millenials. In realtà anche in Italia era usata dagli under 18 come Alessia, anche se con la sua altezza e forte personalità ne dimostra già molti di più: «Io e le mie amiche la usiamo per fare videochiamate dal 2012, specie quando siamo in molte visto che Whatsapp è per un massimo di 4 persone». Racconta avvicinandosi a sua sorella Gaia nella loro cameretta. «Si, è stata lei a farmelo scoprire, poi l’ho detto ai miei amici e il passa parola ha fatto il resto. In un paese piccolo come il nostro non ci è voluto molto perché tutti la usassero», aggiunge sorridendo.

«In quarantena il tempo non passa mai, non avendo nulla da fare avevamo bisogno di inventarci qualcosa», Claudia scosta i capelli che le cadono sugli occhi con un cenno della testa e poi continua «Da quando abbiamo iniziato a giocare è cambiato tutto, facciamo almeno 5 videochiamate al giorno», mentre parla sullo schermo compare una domanda “Quale supereroe ha interpretato Jeson Momoa?”, ci sono 4 opzioni, “Aquaman” è quella giusta. Un piccolo orologio segna il tempo e una volta finito sugli 8 quadrati una spunta verde o una X rossa indica chi l’ha indovinata e chi l’ha sbagliata: «Mirco dai! Come fai a non saperla?», si lamenta Gaia. Terminato il gioco, con il permesso di tutta la “room”, Claudia continua: «Facciamo sempre questi giochi e dato che sono in inglese si ride ancora di più. Alla fine è solo un’app, ma ci fa sentire vicini. Abbiamo tutti voglia di occupare il tempo vista la situazione e il semplice fatto di potersi vedere in 8 per noi è tanto». Anche se il numero massimo nella room deve essere 8 non c’è nessun limite ai party. Scorrendo il dito sullo schermo verso destra si può entrare nelle altre room e partecipare anche alle altre videochiamate. Nessuno resta offeso o solo. In un’altra “room” due amiche parlano di smalti, mentre gli altri si stanno presentando: «Si, sono un’amica di Mario e lei è una mia amica. Piacere ragazzi!», e tutti fanno “ciao” con la mano.

Houseparty: “You are in the house”
L’invito di Mirco per la serata

L’appuntamento è poi per la serata con un po’ di buona musica. Quando parte “Una volta ancora”, hit dell’estate di Fred De Palma e Ana Mena, i 7 quadrati iniziano a ballare da seduti oppure in piedi. C’è chi ha cambiato look per la festa, Claudia adesso indossa una giacca rosa e ha raccolto i capelli e c’è addirittura chi è appena uscito dalla doccia, ma non ha potuto resistere al richiamo di questo “Houseparty” ed entrato nella “room” ha iniziato a ballare con i capelli bagnati raccolti in un turbante. «Una volta finita la musica Nico, il Dj della room, si è fatto una spremuta. In discoteca mica hai questa comodità!», sottolinea Claudia. Finita la serata in discoteca è tempo di musica più classica e Nico prende la sua chitarra. «Questa canzone la so! -urla Mirco- È quella delle vibrazioni su Giulia». E tutti cominciano a cantare: «Sei immensamente Giulia!» Prima di chiudere e darsi la buona notte una partita a “Nomi, cose e città” poco costante. La gente continua ad entra e ad uscire dalla “room” e a gridare parole a caso. «Dobbiamo bloccarla», suggerisce Claudia. Basta premere il lucchetto per non far entrare più nessun account dall’esterno, così il gioco e la festa può continuare come un vero party privato.

Houseparty: “You are in the house”
“Nomi,cose e città” a camera chiusa!

“È un dato di fatto, i tuoi amici vogliono vedere la tua bella faccia.” È davvero questo il fine di un’applicazione per video chat, ma anche non sentirsi soli quando l’unica cosa giusta da fare è esserlo. Anche in Cina i ragazzi in quarantena ballavano dalle proprie case durante le feste organizzate da club e Dj su “Bilibili”, piattaforma utilizzata per condividere video soprattutto su anime e videogame. Questo dimostra come nei momenti più difficili sia importante per tutti sentirsi vicini e uniti. «Nella vita normale noi mica ci vediamo tutti i giorni, abbiamo il lavoro o l’università. Adesso facciamo almeno 6 videochiamate al giorno. Ci voleva la quarantena per vederci sempre!», ride Gaia e la sua risata contagia tutta la stanza.