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Esclusiva

Aprile 16 2020
La criminalità più pericolosa del Coronavirus

Dall’assistenza ai bisognosi al rilevamento di settori economici in crisi. Tutte possibili porte aperte alla criminalità. Le parole dei giornalisti Roberto Saviano e Michele Albanese

«Abbiamo evidenze che in Campania la camorra si sta muovendo per distribuire spesa alimentare alle famiglie in difficoltà. E lo hanno cominciato a fare prima degli aiuti del governo», spiega il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho.

«Pompe funebri, distribuzioni di farmaci, tutto quello di cui necessita adesso l’Italia: ecco dove investono le mafie. Nessun giudice ci dice questo, bisogna cercarlo con il naso e l’intuizione» afferma Roberto Saviano, scrittore e giornalista partenopeo che ha raccontato la realtà economica e d’impresa della camorra. Nel corso di un seminario del Master in Giornalismo e Comunicazione della scuola Luiss, il cronista napoletano ha spiegato come la criminalità organizzata approfitti dell’economia durante l’emergenza.

Nessunacosca è finita, finora, in un’inchiesta giudiziaria, masono in corso osservazioni investigative, e le fonti dell’autore di “Gomorra” ritengono che le indagini di oggi daranno risultati domani. La polizia avrebbe dunque avviato un monitoraggio sul territorio e i dati saranno poi analizzati dalle Procure.

«Dalla DDA di Napoli sappiamo che l’usura presta con un interesse del 3-5%. Le mafie comprano le persone, stando loro vicine in un momento tragico. Mandano la spesa a casa della gente povera, che si sente abbandonata e che poi ripagherà grata l’aiuto ricevuto». Il rischio è che le organizzazioni criminali si muovano più e meglio dello Stato.

Un altro aspetto da tenere in considerazione è l’emergenza liquidità: «mentre alla mafia il contantenon manca mai, è un modo per salvare le attività legali,che hanno bisogno di prestiti immediati. Grazie a commercialisti corrotti, i criminali aiutano i bisognosi, imponendosi poi come lorocommerciali. Il proprietario avrà salvato così la sua attività, ma solo facendo loro un favore, che pagherà poi a duro prezzo».

La rapida mossa della criminalità organizzata crea consenso sociale, spiega Michele Albanese, giornalista de Il Quotidiano del Sud, che ha pubblicato diverse inchieste sul sistema criminale della ‘ndrangheta e dal 2014 vive sotto scorta: «I mafiosi sono molto attenti a ciò che pensa e dice la gente. Non escludo che anche in Calabria possano fare attività analoghe per far vedere che loro sono dalla parte della gente, per tessere rapporti sociali e presentarsi come salvatori della patria in questo momento particolare, soprattutto nei confronti di soggetti deboli, spesso disoccupati, e piccole aziende artigianali che non hanno liquidità e che rischiano in questo modo di essere travolti da questa infiltrazione sofisticata».  

Secondoil cronista, che ha denunciato l’omaggio al boss del luogo durante le processioni del Santo in provincia di Reggio Calabria, le organizzazioni criminali sono quindi attive, dietro la quiete apparente del “tutti a casa”.

«Questo momento particolare di chiusura di attività provoca problemi di liquidità», sostiene Albanese. «É un’attività che non conosce fine, anche in Calabria con la ‘ndrangheta. Si muovono con acutezza, con l’obiettivo tradizionale di arricchire le famiglie criminali. Ogni traffico illecito si adatta all’ epidemia. C’è un detto calabrese, usato non solo dagli ‘ndranghetisti: “Calati juncu chi cala la china”, essere flessibili come un giunco lungo il fiume, che durante la piena si piega ma non si rompe.Vogliono dire che non si spezzeranno mai: si nascondono, si mimetizzano, si trasformano a seconda dei momenti e dell’attenzione che c’è nei loro confronti». La criminalità organizzata potrebbe taglieggiare anche i beni indispensabili come le mascherine anti contagio? «Nel settore ci sono solo piccoli imprenditori farlocchi che cercano di speculare. La criminalità organizzata è legata al traffico di droga, estorsione, gioco d’azzardo, ora fermo. La loro forza è, come dicevo, la liquidità enorme da utilizzare al bisogno per fare tutto e di più. Qui serve vigilare».