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Esclusiva

Aprile 23 2020
Pedofilia virtuale, il corpo dei bambini barattato online

Crescono i casi di adescamento online a danno di minori. Don Fortunato Di Noto (Meter Onlus): «Educhiamo i bambini a riconoscere il male»

Negli ultimi giorni la polizia postale ha segnalato un aumento delle persone denunciate per violenze online a danno di minori. Nelle sole prime due settimane di marzo sono state presentate 47 denunce su casi di pedofilia virtuale. Le scuole chiuse e la costante presenza in casa dei ragazzi a causa dell’attuale emergenza sanitaria si traducono, a volte, in maggior tempo da passare online e dunque in maggiori rischi. «È pericoloso lasciare da soli i minorenni, costretti ora a rimanere in casa, a navigare liberamente in rete» raccomanda la polizia, che in un comunicato ha affermato che “sempre più spesso i pedofili usano i social network per individuare i loro target, sfruttando l’inesperienza informatica e la smania di protagonismo dei giovani, che espongono larga parte della loro vita pubblica e privata in rete”.

Oggi si posta ogni attimo, anche il più riservato, di vita, e questo espone inconsapevolmente i giovani al rischio di adescamento online da parte dei cosiddetti groomer, gli adescatori. L’ultimo aggiornamento dal ministero dell’Interno risale al 31 marzo 2020. Si legge sul sito ufficiale: «Crescono i rischi per l’uso imprudente dei social network». Un avvertimento generico e specifico al tempo stesso: Internet, a volte, può non essere un luogo sicuro per i più giovani.

Cosa cambia durante l’emergenza Covid-19?

I giovani sono più esposti agli autori di reati attraverso giochi online, l’uso di chat e app. Le messaggistiche istantanee, come Whatsapp, Telegram, Instagram, che ormai hanno sostituito quasi del tutto l’uso degli sms, sono diventate teatro privilegiato dai groomer per tentare di “agganciare” le potenziali vittime.

«Le immagini sessuali che i minori sono indotti a produrre scattandosi foto intime o girando brevi filmati con i telefonini» afferma la polizia «possono divenire fonte di profitto per l’abusante, elemento di scambio e accredito in circuiti di pedofili». Infatti, secondo quanto emerge da uno studio di Europol, la maggior parte degli adescatori manipola il minore non tanto con lo scopo di avere rapporti sessuali, quanto per ottenere da lui/lei immagini o video ad esplicito contenuto sessuale, per poi rivenderle alimentando un mercato che è sempre più florido.

Pedofilia virtuale, il corpo dei bambini barattato online
Fonte: Europol

Il rischio è reale soprattutto per ragazzi e ragazze in fase preadolescenziale e adolescenziale. La polizia ricorda che “la naturale curiosità per la sessualità tipica di questa fase evolutiva e la straordinaria naturalezza con cui usano chat e messaggistica rendono i minori vulnerabili ai tentativi di contatti da parte di adulti abusanti”. Adulti che approfittano di una fase delicata della vita di un adolescente, facendo leva sul senso del proibito, della sfida, della “cosa segreta” da gestire in modo adulto.

Pedofilia virtuale, il corpo dei bambini barattato online
Fonte: Interpol

Guardando a un panorama e a un arco temporale più ampi si osserva che i molestatori sono per la maggior parte uomini, mentre le vittime soprattutto donne. I dati riportati di seguito si riferiscono a uno studio condotto da Interpol tra il 2016 e il 2018 a livello internazionale.

Su questo argomento l’associazione Meter, che da oltre 30 anni combatte a favore dei bambini vittime di violenza online, da marzo a metà aprile ha denunciato più di 37mila immagini e video che corrispondono a 30mila bambini coinvolti già abusati, quindi dove il danno è già stato fatto. Ma non solo. «Si tenga conto che dal primo gennaio a oggi abbiamo mandato alla polizia postale, con cui collaboriamo, 505 segnalazioni di presunti casi di pedofilia» dice a Zeta don Fortunato Di Noto, presidente e fondatore dell’associazione, «quelle 37mila immagini corrispondono solo a due di queste segnalazioni. Quindi il numero reale è molto più alto e allarmante». Don Di Noto spiega anche di aver denunciato l’esistenza di oltre 200 chat “trappole”, che i pedofili usano per adescare i minori, su canali quali Whatsapp e Telegram. Come riporta Vatican News, Meter Onlus ha più volte ricevuto il sostegno dallo stesso Papa Francesco per il suo impegno contro la pedofilia. «Ogni anno riceviamo il saluto del Santo Padre e lo scorso anno lo abbiamo incontrato. Un grande dono» commenta don Fortunato.

I consigli della polizia postale

Innanzitutto i genitori devono favorire una comunicazione aperta con i figli, spiegando loro l’importanza di non rivelare la propria identità in rete e affiancarli nella navigazione, in modo da capire quali sono i loro interessi e dando consigli sui siti da evitare. Inoltre è necessario stabilire delle regole su quanto tempo possono passare davanti al computer: «Limitare il tempo che possono trascorrere online significa limitare di fatto l’esposizione ai rischi della rete» afferma la polizia. Infine è importante tenere aggiornato un buon antivirus che protegga sempre il pc e chi lo utilizza.

Giornata per i bambini vittime di violenza

Su iniziativa di Don Fortunato, 24 anni fa, è stata istituita la Giornata per i bambini vittime della violenza, dello sfruttamento e contro la pedofilia, che in realtà si articola lungo un’intera settimana. Quest’anno verrà celebrata dal 25 aprile al 3 maggio. «Ha un valore per me importantissimo» spiega don Di Noto, «perché il 25 aprile non si celebra soltanto la festa della Liberazione in Italia. A livello internazionale questa giornata era la ricorrenza dell’orgoglio pedofilo. Quando l’abbiamo scoperta, 24 anni fa, abbiamo iniziato a contrastarla». L’iniziativa prevede attività culturali e teatrali e coinvolge associazioni laiche e cattoliche. In primo piano sempre i bambini: «Occorre educarli al rispetto di se stessi e a riconoscere il male».