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Esclusiva

Aprile 30 2020
La misteriosa sindrome infiammatoria dei bambini

La sindrome che fa paura induce il sistema sanitario britannico ad allertare i medici. Si ipotizza sia correlata al Covid-19

«I bambini che presentano dolore addominale, sintomi gastrointestinali e infiammazione cardiaca vanno trattati con urgenza.» Lo scrive il National Health Service nel suo comunicato al personale sanitario, ma il Royal College of Paedriatics rassicura i genitori: «è molto raro che i piccoli contraggano il Covid-19 in forma acuta.» I casi sono ancora pochi, eppure aumentano anche in alcune regioni del nord Italia.

I bimbi colpiti presentano sintomi simili a quelli causati dalla Malattia di Kawasaky (una sindrome infiammatoria rara che interessa le arterie di piccolo e medio calibro e una delle cause principali di disturbi cardiaci nei minorenni nel Regno Unito) o dalla sindrome da shock tossico (provocata da tossine prodotte da certi tipi di batteri). Anche nel nostro paese la Malattia di Kawasaky, dal nome del dottore giapponese che per primo l’ha diagnosticata, è molto rara (circa 250 casi l’anno), ma alcuni episodi sono stati segnalati al Gaslini di Genova e a Milano. È per questo che il gruppo di studio di reumatologia della Sip (Società Italiana di Pediatria) sta raccogliendo dati e monitora la situazione. Il timore, proseguendo nella lettura del comunicato di NHS, è che si stia diffondendo «una sindrome infiammatoria relativa al Covid-19 o, in alternativa, che esista un altro patogeno non ancora identificato e associato con questi casi.»

 A insospettire i medici sono stati i valori delle analisi del sangue compatibili con la presenza di un’infiammazione acuta simile a quella evidenziata nei pazienti adulti affetti da Covid-19. Le conseguenze per i bambini sono gravi, tanto che tutti quelli che hanno presentato i sintomi descritti sono stati ricoverati in terapia intensiva. In almeno un caso è poi stato necessario sottoporre il piccolo paziente a Ossigenazione Extracorporea a Membrana (una tecnica di rianimazione per chi ha un’insufficienza cardiaca o respiratoria acuta grave e refrattaria al trattamento medico e farmacologico).

Allertando il personale medico NHS scongiura il rischio che i bimbi con febbre e dolori addominali vengano sottoposti a esami che non evidenzierebbero subito la causa primaria del problema e si fa strada l’idea che l’infiammazione possa essere la risposta del sistema immunitario al Covid-19. C’è bisogno però di ulteriori approfondimenti, gli stessi test condotti sui piccoli pazienti non hanno dato risultati uguali. Una parte di loro è infatti risultata positiva al Coronavirus, mentre un’altra no. Cautela anche in Italia, secondo Alberto Villani (membro della Comitato Tecnico Scientifico per l’emergenza e presidente della Società italiana di Pediatria) «a oggi non è dimostrato un legame certo tra coronavirus e sindrome di Kawasaki nei bimbi.»

In Gran Bretagna, intanto, Russell Viner (presidente del Royal College of Paediatrics) cerca di rassicurare i genitori: «i bambini sono ancora la fascia di popolazione meno colpita dal Coronavirus.» Come lui anche Simon Kenny, direttore del settore pediatrico di NHS: «il consiglio ai genitori resta lo stesso. Se siete preoccupati per il vostro bambino contattate noi o il vostro medico di famiglia e se vi dicono di andare in ospedale, andateci.»