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Esclusiva

Maggio 21 2020
Niente più tinta a casa, si torna dal parrucchiere

La ripartenza di barbieri e centri estetici dopo il lockdown. Le voci di chi torna alla quotidianità, prendendosi cura dei propri clienti

«La ripresa è andata bene. Tanta gente è passata e ha preso appuntamento. È stata una bella riapertura che non ci aspettavamo» così Enrico, titolare del salone “Grilli in Testa” di Roma, spiega il rientro al lavoro dopo la chiusura. Il suo sguardo è felice e soddisfatto mentre le forbici riprendono a tagliare i capelli delle sue amate clienti.

La porta è aperta, come se fosse un invito a entrare, a riprendere posto in un negozio che, come tanti, ha abbassato le saracinesche all’ improvviso e per tanto tempo. Appena si entra si vedono già i cambiamenti, la nuova realtà: gel igienizzante, plexiglass per chi sta alla cassa e chimoni per tinte monouso. È diverso anche il clima: solo tre persone con la loro mascherina e pochi posti per sedersi, distanti un metro.

Riapertura parrucchieri centri estetici barbieri
La nuova disposizione per le clienti

Le signore, anche se nascondono i loro sorrisi dietro il nuovo accessorio sanitario, sorridono con gli occhi, contente di tornare alla loro quotidianità, alle loro coccole di bellezza e soprattutto non sono più costrette a farsi la tinta a casa, temendo strani risultati.

«Sono cambiate tante cose, dagli orari della mattina ai materiali che non ci arrivano. Le clienti che volevano venire alle 8.30 adesso sono costrette a venire alle 11, altre si lamentano del caldo non potendo accendere l’aria condizionata. Gli strumenti che ci servono per lavorare, come i chimoni per la tinta che ora devono essere monouso, arriveranno non prima di giugno. È tutto a spese nostre e abbiamo dovuto anticipare per prendere prenotazioni. Prima sì facevamo le sanificazioni delle spazzole, adesso però sei costretto a perdere quei cinque minuti in più tra una cliente e l’altra. Avevamo anche più personale, ora ridotto per le turnazioni».

Enrico ha ripreso dopo due mesi e mezzo di inattività e nonostante la stanchezza per i nuovi cambiamenti è contento di aver ripreso. “Grilli in Testa” è per molti sinonimo di coccole e attenzioni. Quando esce a fumarsi una sigaretta Enrico incontra i suoi clienti del quartiere e c’è chi lo ringrazia per avergli tagliato “finalmente i capelli”.

Le novità del salone sono tante, come gli orari: «Adesso facciamo dalle 11 alle 21.30 di sera. L’ultimo appuntamento è intorno alle 19.45, massimo alle 20, perché poi bisogna garantire il servizio e per le 21.30 si deve aver sanificato e pulito tutto. È cambiato abbastanza. Io che sono il titolare faccio dal lunedì al sabato dalle 11 alle 21.30 e la domenica dalle 8.30 alle 15.00. Si accettano questi orari pur di lavorare, anche perché è veramente dura riprendere dopo due mesi e mezzo che sei stato a casa, spendendo tanti soldi per non avere niente e si ricomincia a rilento».

Si sono ridotti anche i tempi delle consulenze. Se prima c’erano dieci minuti per parlare con la cliente e studiare la situazione, adesso non è più possibile. “Grilli in Testa” è un salone in cui poter andare senza prendere appuntamento, adesso invece deve abituarsi a nuovi ritmi, come spiega Elisabetta, sorella del titolare, che si occupa della parte estetica: «Non essendo abituati ad avere un’agenda fissa con un certo numero di persone, è cambiato il nostro modo di lavorare. Il lavoro si è rallentato, perché nel negozio entrano solo tre persone e possiamo accontentare molte meno clienti. Questo porta una perdita di guadagni».

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Le postazioni per il lavaggio

I tempi frenetici, il rumore dei phon che si confondeva con quello delle tante signore intente a chiacchierare tra un taglio e una tinta, ora non ci sono più, anche se si cerca di tornare alla normalità.

La parte estetica è cambiata e è quella che sembra avere più difficoltà: «Non è facile fare la ceretta con i guanti, la mobilità è diversa e non semplice come prima. Uso la mascherina e la visiera e senza aria condizionata manca l’aria. In tutto questo ancora non è chiaro quali trattamenti si possono fare e quali no».

Enrico, con il papà Pasquale e la sorella Elisabetta, devono fare a meno anche di un’altra parte importante del loro lavoro: «Abbiamo rinunciato all’abbraccio, alla classica battuta simpatica, perché con la mascherina non si può vedere e è tutto negli occhi, per cui non c’è più quel sorriso visibile tra noi e la cliente».

La ripresa è stata dura, faticosa, ma bella per molti parrucchieri e centri estetici. Anche per Andrea, barbiere di un piccolo negozio di Marcelli: «Siamo partiti e sembra tutto ok. La gente ha ancora un po’ di timore, ma ci siamo organizzati per essere tutti disinfettati e pronti per la ripartenza. Io già lavoravo da solo per cui non ho problemi a gestire un cliente alla volta. Sono anche contento delle nuove norme, sono una sicurezza per sé e per gli altri».