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Esclusiva

Dicembre 18 2020
Hollywood trema, c’era una volta il cinema nelle sale

La pandemia ha dimezzato gli incassi dell’industria del cinema. Solo Netflix non ha risentito della crisi. Le grandi major cercano soluzioni e guardano alle piattaforme di streaming

«Lunga vita al cinema nelle sale!». Denis Villeneuve conclude così la lunga lettera pubblicata sulla rivista Variety in risposta alla decisione della Warner Media di distribuire per tutto il 2021 i blockbuster del suo catalogo in contemporanea nelle sale cinematografiche e sulla piattaforma on demand di HBO Max.
Film molto attesi come “Godzilla vs. Kong”, “Dune” di Villeneuve, il terzo “The Conjuring”, il sequel di Matrix, “Wonder Woman 1984” e il lungometraggio di Tom e Jerry verranno quindi proiettati nelle sale cinematografiche negli stessi giorni in cui saranno disponibili sul canale streaming della major.
È la prima volta nella storia del cinema che una casa produttrice sceglie questa metodologia di distribuzione, e le polemiche non si sono fatte attendere. Sotto accusa non è solo la decisione presa, ma anche il modo in cui è stata comunicata agli addetti ai lavori, che ne sono venuti a conoscenza attraverso la campagna promozionale.

Warner Bros

Adam Maximilian Aron, il CEO dell’American Multi-Cinema, la più grande catena di cinema del mondo, ha commentato: «Chiaramente, Warner Media intende sacrificare una parte considerevole della redditività del suo studio cinematografico per sovvenzionare la sua start up HBO Max. Per quanto riguarda noi, faremo tutto quanto in nostro potere per garantire che Warner non lo faccia a nostre spese. Perseguiremo in modo aggressivo termini economici che preservino la nostra attività».
Il regista di punta di casa Warner, Christopher Nolan, è stato ancora più severo: “Alcune delle star cinematografiche più importanti e le menti più grosse della nostra industria sono andate a letto pensando di lavorare per il migliore studio cinematografico e si sono svegliate scoprendo di lavorare per il peggiore servizio streaming”. 
Se Nolan e Villeneuve lamentano la differenza si qualità di un prodotto trasmesso sul grande schermo piuttosto che sul piccolo, di natura economica sono invece le ragioni sollevate da altri attori, registi e case di produzione partner della Warner, che per contratto avrebbero diritto a una percentuale degli incassi delle pellicole su cui hanno lavorato o investito. È chiaro che se i film saranno disponibili anche su una piattaforma streaming oltre che al cinema, guadagneranno meno.
Molti hanno minacciato azioni legali, tra loro la Legendary Pictures, studio cinematografico statunitense, che avendo finanziato la maggior parte dei 175 milioni di dollari di budget di “Dune” e dei 160 milioni di dollari di “Godzilla vs. Kong”, non ha apprezzato la scelta.

Jason Ferus Blum, amministratore delegato della Blumhouse Productions, una compagnia specializzata nella produzione di film horror a basso budget, ha ironizzato sulla situazione che si è venuta a creare: “non invidio i poveri avvocati di Warner Media. Hanno a che fare con 17 gruppi di persone che dicono che voglio essere pagati come se il loro film avesse fatto un miliardo di dollari”.

La Warner ha fatto sapere che la scelta è stata dettata dalla pandemia di coronavirus. Nel 2020 la casa produttrice ha infatti perso 2 miliardi di dollari, e spera, con questa mossa, di riuscire a limitare le perdite almeno nell’anno entrante.
La major fondata dai fratelli Warner non è l’unica industria della vecchia Hollywood ad aver subito gravi perdite finanziarie a causa del Covid-19. Unica casa di produzione e distribuzione cinematografica a non aver subito danni dalla pandemia è Netflix, che continua a produrre e distribuire nuovi film e serie tv senza interruzioni. Il grande successo di “La regina degli Scacchi” e della nuova stagione di “The Crown” ne sono l’esempio più evidente.

Hollywood trema, c’era una volta il cinema nelle sale

La Walt Disney Company il 19 novembre 2019, prima dell’arrivo della pandemia, aveva inaugurato la sua personale piattaforma on-demand: Disney Plus. L’obiettivo della multinazionale era raggiungere i 50 milioni di abbonati in 5 anni. Oggi, un anno dopo il suo lancio, gli abbonati alla piattaforma sono 86,8 milioni.
Il 10 dicembre si è svolto il Disney Investor Day 2020, evento volto a presentare agli investitori i prossimi progetti. Tutti i prodotti presentati, da Star Wars a Marvel, da Pixar a National Geographic, verranno diffusi esclusivamente sulla piattaforma streaming Disney Plus, che verrà incrementata con Star (una sezione dedicata a un pubblico adulto). Con l’Investor Day, Disney ha fatto sapere che da questo momento in poi punterà tutto sullo streaming.

Walt Disney

Nessuno può dire con certezza se lo streaming prenderà il posto delle sale cinematografiche, ma la pandemia ha velocizzato il processo che in molti avevano previsto con l’affermazione di Netflix, e oggi possiamo dire che scopriremo come andrà a finire prima del previsto.

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