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Esclusiva

Dicembre 18 2021.
 
Ultimo aggiornamento: Dicembre 20 2021
L’appello del quartiere: «Vogliamo un museo diffuso, partecipato e popolare»

Le associazioni culturali dei quartieri romani si mobilitano per difendere la memoria locale del grande intellettuale

Le periferie che hanno conosciuto Pasolini non demordono. Sono anni che la casa di Ponte Mammolo dove Pasolini ha abitato tra il 1951 e il 1953, in Via Giovanni Tagliere 3 (Rebibbia), è oggetto di interesse da parte non solo del comitato di quartiere ma anche dei centri culturali delle vicine periferie. Il 20 novembre scorso diverse associazioni culturali si sono riunite in Piazza Lino Ferriani, lì dove affaccia la casa del poeta, intorno alla targa posta dal Comune in suo ricordo:  «quando abbiamo visto che l’immobile sarebbe andato all’asta abbiamo subito chiesto alle istituzioni che diventasse di proprietà pubblica», dice Davide Angelilli, attivista del Centro Popolare San Basilio, precisando che «né dal Comune né dal Municipio siamo stati invitati a un tavolo per sviluppare un progetto».

Nel corso degli anni, sin da quando è stata posta la targa, diverse idee sono circolate tra gli abitanti del quartiere per valorizzare la memoria del poeta e, di conseguenza, di quel piccolo pezzo di periferia dove ha vissuto. Racconta Irene Ortis, del Comitato di quartiere di Rebibbia: «in origine si era pensato ad una casa della poesia, progetto poi abbandonato per le ridotte dimensioni dell’appartamento. Ultimamente, invece, l’archivio d’arte contemporanea Enrico Crispolti, con la partecipazione del Comitato di Quartiere di Rebibbia e l’associazione Acri Gente di Aguzzano, sta sviluppando un progetto di percorso pasoliniano che attraversi le periferie, in cui anche la casa potrebbe essere inserita».

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