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Esclusiva

Gennaio 24 2022.
 
Ultimo aggiornamento: Gennaio 25 2022
Bianca Scheda for President, ma la politica adesso si muove

I partiti lavorano sull’accordo per eleggere il nuovo Capo dello Stato, ancora difficoltà ma crescono le chance di Mario Draghi

Marcello Pera, Carlo Nordio e Maria Elisabetta Casellati. È arrivata nel pomeriggio del 25 gennaio, mentre è già in corso la seconda votazione, l’attesissima rosa di nomi del centrodestra per il nuovo Presidente della Repubblica. A farli è stato in prima persona il leader della Lega Matteo Salvini, dopo i colloqui col suo omologo del Pd, Enrico Letta.

Candidature che difficilmente supereranno la prova delle urne, ma il fatto che siano effettivamente stati proposti dei nomi è già un deciso sviluppo rispetto al silenzio del giorno precedente, in cui i Grandi Elettori erano arrivati tutti ben abbottonati in Piazza Montecitorio, e non solo per il vento freddo che sibilava tra le strade di Roma. Nugoli di giornalisti si assiepavano, alla ricerca di una dichiarazione che però non è mai arrivata. «Il nome del nuovo presidente della Repubblica si saprà giovedì o venerdì», l’unico punto su cui tutti i partiti avevano – e per ora hanno ancora – un’intesa.

L’altra idea capace di mettere d’accordo persino Emma Bonino e il leghista Luca Zaia, presidente del Veneto, era che almeno per i primi tre giorni «Il nuovo Presidente della Repubblica si chiamerà Scheda Bianca». Diverse però le intenzioni che i due esperti politici avevano lasciato trasparire. Zaia ha affermato che finché rimarrà il quorum dei due terzi, ovvero per le prime tre votazioni, si tratterà di giornate interlocutorie. Interrogato più nel dettaglio sugli orientamenti del suo partito ha sviato il discorso, riferendo invece il netto calo dei contagi da COVID-19 nella sua regione. La Bonino invece non ha mai avuto dubbi: «Io ho votato convintamente per la signora Cartabia e spero che Draghi rimanga al governo».

A regnare sovrana è ancora l’incertezza, dopo lo stallo causato dalla candidatura di Silvio Berlusconi, rimasta formalmente in piedi fino a sabato scorso, rimandando l’accordo tra i partiti. Una vicenda che ha lasciato scorie che i parlamentari portano sin dentro le urne. Maurizio Gasparri, Forza Italia, al momento di fare il suo ingresso a Montecitorio non aveva mancato di attaccare «la presunzione della sinistra, che impone una sua rosa di nomi e mette veti su quelli proposti dagli altri partiti», ed è a questo atteggiamento che ha imputato la valanga di schede bianche alla prima votazione.

Bianca Scheda for President, ma la politica adesso si muove
I giornalisti davanti a Montecitorio attendo notizie dai grandi elettori

Sulla tramontata candidatura di Berlusconi era tornato il leader di Italia Viva Matteo Renzi, affermando che chi ha spinto il Cavaliere a portare avanti questo progetto «gli ha fatto del male». Al contempo l’ex premier ha bocciato il nome di Andrea Riccardi, presidente della comunità di Sant’Egidio, fatto dal PD come «candidato di bandiera». «Italia Viva viene sempre ritenuta irrilevante, ma al momento di far cadere il governo Conte abbiamo visto che non è così», ha aggiunto poi con tono tra il sarcastico e l’orgoglioso.

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Non tutto chiaro anche sul nome di Mario Draghi, fin qui il candidato più forte. Apertamente contrario Fratelli d’Italia, che per bocca del deputato Fabio Rampelli ha dichiarato: «Draghi è il principale nemico di sé stesso. Se avesse voluto davvero aprire la strada alla sua candidatura avrebbe detto che il suo governo doveva finire con la fine del mandato di Mattarella».

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Il fatto che il primo giorno sarebbe passato senza colpo ferire era chiaro anche dall’atteggiamento dei Grandi Elettori. Tra chi, come Giulia Bongiorno della Lega, negava l’ennesima intervista con un «basta vi prego», e chi come l’ex Grillino Gregorio De Falco, ora nel gruppo misto, lanciava la candidatura di Rosi Bindi. Ma al di là del bla bla politico i leader cercano l’accordo, e lo troveranno, su presidente e premier.