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Esclusiva

Gennaio 20 2022
«Mr. Bunga Bunga is back» Berlusconi sulla stampa internazionale

Da “Le Figaro” a “El País” fino al “New York Times”, analisi e commenti dei grandi quotidiani esteri

Mister Bunga Bunga is back. La popolarità di Silvio Berlusconi è di nuovo in auge anche all’estero. La sua pazza idea di candidarsi alla corsa per il Quirinale riecheggia oltreconfine, rimbalzando da una nazione all’altra. La stampa straniera si interroga sulle sue reali chances di vittoria. E sui presupposti della sua candidatura.

«Berlusconi sa che gli altri possono essere sedotti. E le convinzioni dei politici italiani sono spesso di natura molto elastica», dalla Germania Ulrich Ladurner non usa mezzi termini. In un articolo di ieri sull’edizione online dello “Zeit” si chiede con toni molto critici come sia possibile che un’idea del genere abbia seguito e a cosa stiano pensando gli italiani. «La candidatura di Berlusconi è una testimonianza della profonda crisi del conservatorismo, e non è un fenomeno puramente italiano», chiosa nel finale.

Voliamo in Francia. Sul sito de “Le Figaro” Ronan Planchon mette in evidenza l’ambiguità della sua candidatura. «Il Cavaliere intende passare alla storia presentandosi come garante dell’unità nazionale mentre, in realtà, ha diviso profondamente gli italiani dal momento esatto in cui è entrato in politica».

È la volta della Spagna. Lorena Pacho sulle colonne digitali de “El País” definisce Berlusconi: «L’uomo che torna sempre, tra lo stupore di coloro che in decine di occasioni lo hanno dato politicamente per morto». La giornalista spagnola si sofferma su una coincidenza particolare che riguarda il fondatore di Forza Italia. «Le votazioni per la presidenza della Repubblica coincideranno con lo svolgimento di un’udienza del processo che cerca di chiarire se abbia comprato testimoni in un precedente procedimento in cui era accusato di istigazione alla prostituzione minorile».

Passiamo al mondo anglosassone. “New York Times”, “Guardian” e “Financial Times” fanno riferimento alle tante telefonate a caccia di voti dell’ex patron del Milan. Jason Horowitz nel suo articolo sul quotidiano statunitense riporta quanto gli è stato raccontato da Cristian Romaniello. «Stiamo formando il partito del Bunga Bunga e abbiamo bisogno di te. Ma a portare le ragazze sarò io», è così che Berlusconi ha esordito al telefono quando ha provato ad arruolare tra i suoi potenziali elettori il parlamentare ex cinquestelle.

Evocando il quadro del faccione abbronzato di Berlusconi appeso in ogni classe d’Italia, Horowitz ha messo in luce i motivi per cui la sua candidatura sia effettivamente controversa con un lungo elenco. La condanna in via definitiva per frode fiscale del 2013, la conseguente esclusione dal parlamento e riabilitazione, l’utilizzo strumentale dei media per arrivare al potere, le gaffe internazionali, i processi in corso: il giornalista americano ricorda così ai suoi lettori il passato del leader forzista. Un passato che al di fuori dell’Italia pesa come un macigno e che mette trasversalmente d’accordo la stampa estera sull’ambiguità della sua candidatura.