Tra i donatori di talento di Officine Buone ora ci sono anche due psicologi. Dopo Special Stage, talent musicale per giovani artisti, Special Cook, talent culinario per giovani chef, e Special Care, servizio di accoglienza e trasporto negli ospedali dei pazienti più fragili esposti alla pandemia, l’organizzazione di “involontariato” che unisce chi dà e chi riceve promuove un nuovo progetto di innovazione sociale, Special Couch. «Una gocciolina nel mare in cui è affondato il bonus psicologo» racconta il fondatore Ugo Vivone.
La mancata approvazione nella legge di bilancio del sostegno economico per le spese iniziali della terapia, infatti, ha ostacolato la cura del benessere mentale di chi non può permettersi uno psicologo privato e nelle strutture pubbliche è bloccato in liste d’attesa interminabili. Così, con la collaborazione della psicologa Bianca Gramano, Ugo ha offerto tramite un post su Instagram quattro sedute gratuite a giovani adulti tra i 18 e i 35 anni in tutta Italia. «È stato un gesto istintivo, abbiamo impiegato una parte del nostro budget e abbiamo offerto noi il bonus psicologo». In meno di una settimana, il post ha collezionato più di 19000 likes e Ugo e Bianca hanno ricevuto più di 2100 richieste. «Non ci aspettavamo così tanta partecipazione, la situazione era fuori controllo» spiega Bianca. «La pandemia ha amplificato l’incertezza, soprattutto tra i giovani, colpiti dall’isolamento sociale e dalla precarietà nel mondo del lavoro».
Secondo uno studio della rivista scientifica The Lancet, durante la pandemia a livello globale i casi di depressione sono passati da 193 milioni attesi a 246 milioni effettivi (con un incremento di 53 milioni, pari al 27,6%) e i disturbi d’ansia sono passati da 298 milioni attesi a 374 milioni effettivi (con un incremento di 76 milioni, pari al 25,6%). In Italia, il sondaggio dell’Istituto Piepoli per il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi condotto su un campione di 5621 professionisti ha evidenziato la pesante influenza della pandemia sulla salute mentale, con un incremento del 61% dell’utenza tra i giovani di età compresa fra i 18 e i 35 anni. In generale, i casi di depressione sono aumentati del 72% e i disturbi d’ansia dell’83%. «La convivenza forzata ha incrementato anche i problemi relazionali e sessuali di coppia» aggiunge Bianca «e l’isolamento da smart-working ha prodotto disturbi di concentrazione. Sono aumentati anche i disturbi alimentari e del sonno, ma soprattutto i sintomi depressivi, perché il freno della progettualità e la chiusura degli orizzonti d’attesa impediscono di vedere il futuro». Tuttavia, nonostante l’aumento delle problematiche, per ragioni economiche il 21% dei pazienti ha interrotto il trattamento, mentre il 27% non l’ha neppure avviato.
«Noi offriamo sostegno psicologico, intercettiamo il bisogno del paziente e lo indirizziamo allo specialista per la gestione della problematica» spiega Bianca «Ma non basta. Per dare un aiuto concreto, occorre ristrutturare le strutture sanitarie pubbliche, assumere gli psicologi e sbloccare le liste d’attesa». Il bonus psicologo, quindi, «sarebbe stato utile, un primo passo per tamponare il problema, ma non la soluzione definitiva. Eppure, soffrire di disturbi psicologici o avere problematiche esistenziali non è un reato. La salute mentale deve essere tenuta in grande considerazione».
Finora, alcune Regioni hanno attivato in autonomia strumenti di aiuto psicologico. La Lombardia ha previsto l’istituzione dello psicologo di base nelle Case di Comunità, nuove strutture intermedie tra ospedale e medico di base finanziate dal PNRR, e il Lazio ha presentato aiutaMente giovani, piano del valore di oltre diecimila euro per la tutela della salute mentale e la prevenzione del disagio psichico di ragazzi e ragazze. Se funzioneranno, accadrà quello che Bianca ha sperimentato nell’esperienza di Officine Buone: «I pazienti non sapevano dove sbattere la testa, ora sono contentissimi e ci ringraziano continuamente per l’ascolto che ricevono».