In questo primo numero della nuova redazione di Zeta: la transizione. La transizione verso l’inclusività linguistica e sociale, la transizione di genere e quella ecologica. Ma anche la denatalità e le sue conseguenze, le difficoltà nell’entrata del mondo del lavoro, le nuove frontiere della tecnologia: il metaverso e l’intelligenza artificiale. E ancora, gli esteri, con l’Ucraina e le elezioni francesi, la sostenibilità nello sport e il cibo, tra tradizione e innovazione. In chiusura la Guida di Zeta ai ristoranti bio a km zero di Roma.
A cura di: Federica De Lillis, Giulia Moretti, Enzo Panizio, Leonardo Pini, Silvia Stellacci, Valeria Verbaro.
Il numero completo è disponibile nel player qui sotto:
Editoriale di presentazione di Giulia Moretti
Transizione, dal latino trans-ire, letteralmente andare oltre. Trans-ire è proiettarsi oltre il conosciuto e la consuetudine, aborrire la sicurezza, disprezzare la staticità in favore del dinamismo, oltrepassare i propri limiti (o almeno provarci) e squarciare i tralicci del pregiudizio che costringono.
Trans-ire è, in definitiva, diventare adulti. È questo che sta provando a fare la nostra società e che in questo nostro primo numero abbiamo provato a raccontare. Un’evoluzione lenta per una società ancora in piena fase adolescenziale che, di fronte alle novità, si veste di borchie e spunzoni di ferro, fiera del suo caos e non ancora pronta ad accogliere il nuovo ordine. Un conflitto tra la nuova e la vecchia generazione, numericamente sbilanciate in favore della seconda, che, spesso, recalcitra alle istanze proposte dai giovani, sminuendole all’insegna di una lode miope e melensa dei tempi andati. Ma l’adultità prevede la capacità di ricomporre il conflitto, non arretrando dalle proprie posizioni dimostrando cedevolezza, piuttosto riconsiderandole sulla base del principio di realtà. Reali sono le storie dei ragazzi che intraprendono il percorso della transizione di genere e non dovrebbero sperimentare marginalità, sia essa sociale o lavorativa. Altrettanto tangibile è il problema ecologico, che deve essere risolto se non si vuole assistere alla prematura morte di tutta la società. E non si può neanche spostare lo sguardo dai conflitti, dalle migrazioni, dalle difficoltà nell’entrare nel mondo del lavoro. Perché adulto è sinonimo di responsabilità.
È risaputo anche che, in questa terra di nessuno tra l’infanzia e la maturità, emergano le contraddizioni. Ecco, dunque, il paradosso di una popolazione che tenta di evolvere sull’onda della forza propulsiva dei giovani incontrando l’ostacolo della denatalità e, quindi, della scarsa rappresentazione politica. Come si diceva, però, arrivare al “nuovo ordine” richiede capacità di dialogo, di diplomazia e di progettazione e compito del giornalista è quello di rendere tutti consapevoli di ciò che li circonda. Una missione che noi, appena arrivati in questa redazione e a nostra volta coinvolti in una transizione, raccogliamo da chi ci ha preceduto e portiamo oltre.