Attenzione! Questo articolo è stato scritto più di un anno fa!
!
Esclusiva

Marzo 22 2022
Viaggio al confine con l’Ucraina

Il racconto di Fabrizio Furlani, studente volontario al centro d’accoglienza Lwowska

«Ho paura di dimenticarmi quello che sto vivendo». Fabrizio Furlani, ex studente LUISS, racconta commosso le sue giornate da volontario al centro d’accoglienza profughi Lwowska, in Polonia al confine con l’Ucraina.

Dallo scoppio della guerra, lo scorso 24 febbraio, Fabrizio non ha fatto altro che seguire il conflitto, al punto da trasformare il suo stesso profilo Instagram in una pagina di aggiornamenti sulla guerra. «Avendo esperienze nell’ambito di analisi politico – militare mi concentravo su quello. D’altra parte mi sentivo a disagio con me stesso, perché non potevo fare altro. Pochi giorni dopo mi ha contattato Matteo Negro».  

Matteo è uno studente della LUISS come Fabrizio e insieme allo studente di Tor Vergata Valerio Battista, decidono di partire per un viaggio on the road da Roma fino a Przemysl, al confine con l’Ucraina. Nelle tappe del loro viaggio (Bergamo, Venezia, Trieste, Maribos), i tre ragazzi hanno raccolto medicinali da portare al confine. «Durante il viaggio alle volte nemmeno mangiavamo, partivamo e basta». Loro compagno di avventura il piccolo orsetto Ally: «era il nome sull’etichetta e ci faceva piacere perché significa ‘alleato’». Fabrizio racconta che una volta arrivati a destinazione, mentre facevano l’inventario dei medicinali, Matteo si era bruciato con una marmitta e una signora ucraina con una bambina di un anno e mezzo si era subito proposta di aiutare i ragazzi «dovevamo essere noi ad aiutare lei» ride Fabrizio. «Abbiamo dato alla signora dell’acqua e a sua figlia, Nika, l’orsacchiotto.» Ora Nika ha il suo piccolo alleato.

Ma Nika e sua madre non sono l’unico esempio della forza e della disponibilità del popolo ucraino. Dal centro Fabrizio ci mostra i grandi stanzoni del centro commerciale Lwowska che è stato adibito a centro profughi. Lui lavora nella stanza 13 dove ci sono più di 780 persone. Molte famiglie hanno tanti figli, persone anziani, anche animali «alle volte non abbiamo posti letto per tutti e chiediamo alle famiglie di dormire insieme ai bambini.»

«Una famiglia di 4 persone, dopo aver percorso trenta ore di treno, hanno deciso di cedere il proprio posto ad un’altra famiglia che aveva fatto meno ore di viaggio, ma che aveva più figli: quante persone riescono a mettere davanti un’altra famiglia?»

La vita da volontario è stancante, ma Fabrizio è contento di aiutare come può e di poter portare un sorriso anche con piccoli gesti: «l’otto marzo abbiamo regalato dei fiori a tutte le donne della stanza tredici. Sono piccoli gesti, non voglio dire che è sempre così, ma ci proviamo», sorride mesto.

Viaggio al confine con l'Ucraina

Le giornate sono lunghe e faticose «ci alziamo all’alba e finiamo a tarda notte», ma nel caos è la resilienza dei bambini a tirare su il morale. Molti di loro giocano con delle istallazioni presente all’interno del centro commerciale. Altri ancora, creano due porte, una palla, e tutto sembra per un attimo svanire nelle corse dietro un pallone, dove tutti giocano senza distinzione d’età, di lingua, e anche i volontari si distraggono con loro, con la spensieratezza e l’innocenza dei bambini.

Leggi anche: «Non sto facendo abbastanza per il mio paese»