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Esclusiva

Aprile 8 2022
«Una piccola ma grande rivoluzione» passa la legge sulla doppia laurea

L’onorevole Alessandro Fusacchia, relatore della proposta, racconta cosa cambierà per gli studenti italiani con l’approvazione del provvedimento

«È una piccola ma grande rivoluzione, stiamo abolendo un divieto che risale a 90 anni fa. L’Italia era l’ultimo paese in Europa ad avere questa limitazione».

L’impegno, da questa settimana, vale il doppio. Il 6 aprile il Senato ha approvato la legge che abroga il divieto, istituito con un regio decreto del 1933, di iscrizione a due corsi di laurea in contemporanea. La legge era stata approvata all’unanimità in aula a ottobre 2021, l’iter si è poi spostato al Senato che ha approvato lo stesso testo, senza apportare modifiche. Gli studenti avranno la possibilità di iscriversi in contemporanea a due corsi di laurea triennale, master, dottorato di ricerca, specializzazione e diploma accademico.

«Stiamo dando agli studenti e alle studentesse un diritto in più, ora non dovranno più andare all’estero per fare questo tipo di percorsi. Da oggi i ragazzi potranno prepararsi al meglio ai mestieri del futuro, sempre più ibridi e innovativi», commenta l’onorevole Alessandro Fusacchia, relatore del testo in Commissione.

Fusacchia, insieme a un gruppo di deputati appartenenti a diverse forze politiche, ha portato avanti una campagna nelle città e nelle università di tutta Italia, per ascoltare gli studenti. Anche sui social l’iniziativa @doppialaurea ha trovato un grande supporto.

Il testo, tra pochi giorni sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale ed entrerà in vigore ma, come spiega il relatore, saranno necessari una serie di decreti attuativi del Ministero dell’Università e della Ricerca per renderlo operativo e permettere agli studenti di poter fare la doppia immatricolazione. «Stiamo lavorando con il governo e la ministra per fare in modo che sia possibile già dal prossimo anno accademico».

 «La Ministra Messa ha supportato la campagna per la doppia laurea fin dall’inizio». In particolare, i decreti attuativi serviranno a sciogliere alcuni nodi, come la questione degli iscritti a facoltà a numero programmato. «Lo Stato ogni anno programma che avrà un certo numero di medici, se questi si laureano anche in altre discipline, bisognerà capire bene quali saranno i numeri».

L’obiettivo è anche quello di creare nuovi corsi di laurea, stimolando gli atenei a ripensarli per integrare saperi e discipline distanti fra loro, magari strutturando doppi percorsi.

Uno dei vantaggi della doppia laurea è quello di facilitare l’inserimento nel mondo del lavoro. «Ora lo studente potrà costruirsi un percorso che gli permetterà di diventare l’unico al mondo capace di fare quel mestiere, andando a intercettare ricerche specifiche. Questo non significa però andare verso l’iperspecializzazione. Siamo in una fase storica di grande incertezza, i prossimi saranno anni in cui anche un laureato STEM sentirà la necessità di iscriversi a filosofia e di avere una formazione in parte più umanistica. Ne avranno bisogno visto il lavoro sempre più complesso che faranno. Allo stesso tempo oggi se studi filosofia e non hai competenze tecnologiche, non capisci la società in cui sei immerso», continua Fusacchia.

La battaglia sulla doppia laurea si legava anche con il mondo degli studenti di corsi di alta formazione artistica e musicale (AFAM). «Fino a ieri si potevano fare conservatorio e laurea insieme, ma era come se ci fosse il freno a mano», spiega il relatore.  La doppia immatricolazione era permessa, ma con la limitazione del conseguimento massimo di 90 crediti all’anno nelle due istituzioni. Spesso i musicisti risolvevano il problema iscrivendosi a tempo pieno all’università e part time al Conservatorio, o viceversa. Dal 6 aprile conservatori e università sono equiparati.

Edoardo, studente di pianoforte e lettere classiche, non nasconde qualche perplessità. «Sono contento della nuova possibilità che si apre per noi, non è facile però dare il meglio in due percorsi contemporaneamente. Ci vuole un grande impegno mentale per studiare e suonare insieme, ma se ci fosse stata la possibilità della doppia laurea quando ho iniziato io, ne avrei sicuramente usufruito. Ora sono iscritto part time in conservatorio e per quest’anno ho già raggiunto il tetto di crediti disponibili. Anche se volessi fare entrambe le cose, non potrei farle».

Anche Nunzia de Falco, musicologa e docente presso il conservatorio di Salerno, esprime un giudizio positivo su Doppia Laurea. «La legge contribuirà alla formazione di figure più ibridate, complesse, eterogenee. Studiare uno strumento era possibile già da prima col sistema del part time, ma questo spesso ha scoraggiato la doppia iscrizione a due corsi AFAM o ad un corso universitario e a un corso AFAM. Spesso anche i ragazzi più appassionati si trovavano di fronte ad una scelta. Ho seguito il percorso della legge con grande interesse. Questo è molto coerente con i tempi che viviamo, sempre più complessi ed eterogenei».