«Infilerò la penna ben dentro al vostro orgoglio, perché con questa spada vi uccido quando voglio». Sulle note della canzone di Francesco Guccini inizia «Cirano», lo spettacolo che il laboratorio teatrale dell’Università Luiss Guido Carli porta in scena dal 26 al 28 aprile. Un evento organizzato presso l’aula The Dome della sede di Viale Romania, per celebrare anche i venti anni dalla nascita del laboratorio. Per l’occasione sono stati invitati tutti gli ex studenti ed è stata allestita una mostra fotografica, che ripercorre i momenti più belli degli spettacoli passati.
«È un’esperienza che potrei sintetizzare come una vita, perché quando festeggi venti anni in un corso che ha coinvolto più di 850 ragazzi, è come un pezzo di vita». Ferdinando Ceriani è il regista che dal 2002 ha coordinato e diretto il lavoro di tutti i ragazzi che hanno preso parte al laboratorio teatrale. Negli ultimi anni ha affrontato anche il disagio dovuto alla pandemia, con lezioni online che hanno permesso a questa attività di continuare ad esistere.
«Dopo questi ultimi due anni, volevo mettere in scena un testo che parlasse di poesia, di amore, di speranza. Cirano mi sembrava una storia da donare a questo gruppo, perché insegna che anche davanti ai più grandi ostacoli bisogna usare la fantasia per superarli. È un po’ quello che abbiamo vissuto soprattutto noi che facciamo teatro. Tutto fermo, tutto bloccato. Nonostante ciò si va avanti, si cerca attraverso l’arte un trampolino per superare le difficoltà. È per questo che ho scelto Cirano».
Tornare in scena dal vivo, dopo due edizioni di spettacoli a distanza, è un’emozione indescrivibile per Ceriani e per i giovani attori del laboratorio. «Faccio teatro da quando sono una matricola. Per me è un posto sicuro. Anche quest’anno che ero un po’ più giù di morale, soprattutto dopo due anni passati online. Ho trovato maggiori difficoltà a ritrovare la motivazione, ma nel momento in cui sono entrata ho ritrovato non solo gli amici, ma anche quello spirito di famiglia che il teatro crea». Carlotta Maggi nello spettacolo interpreta Cirano, «Un personaggio anticonformista, che va contro le regole e sfida la società del suo tempo. Anche le donne possono essere Cirano e per questo abbiamo deciso di metterlo in scena anche in versione femminile e non solo maschile».
Sofia Canale, invece, è al suo primo anno di università. Per colpa del covid ha dovuto smettere di fare teatro per un po’, ma nel laboratorio teatrale della Luiss si è sentita accolta fin da subito. «La cosa che ho apprezzato di più è stato il fatto che nessuno mi ha mai fatto sentire a disagio, tutti mi hanno fatto sentire a casa. In pochissimo tempo si è creata una specie di famiglia. Certo abbiamo avuto i nostri momenti di difficoltà, soprattutto nel coordinarci, visto che siamo tanti, però con il duro lavoro siamo riusciti a creare una cosa veramente bella. Vi divertirete allo spettacolo».