«Impediremo alla mafia di impadronirsi dei soldi PNRR», inizia così il suo intervento il neo procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo, durante la premiazione del progetto “Legalità e Merito”. L’evento si è tenuto alla Luiss Guido Carli di Roma il 6 giugno, a conclusione del progetto organizzato e voluto dalla professoressa Paola Severino.
«La mafia è un’autentica questione nazionale. Dal nostro atteggiamento nei suoi confronti dipendono le sorti di una comunità che aspira a riconoscere sé stessa. Non riusciremo ad utilizzare lo strumento del NextGenEu se non risolveremo alla svelta questo problema. Chiunque pensi che si possa fare a meno di legalità e merito, coltiva un’illusione. Libertà e democrazia non sono beni che ci sono stati dati una volta per tutti. Esigono cura, riguardo, conservazione. Sono essenziali per la comunità e affinché possa continuare a riconoscersi nelle premesse costituzionali», continua Melillo.
Sul palco, oltre al nuovo procuratore della Dia, si sono alternati il ministro della pubblica istruzione, Patrizio Bianchi, Maria Cristina Messa, ministra dell’università e della ricerca e Davide Ermini, vicepresidente del Csm. Ermini ha ringraziato per la realizzazione di questo «progetto gestito da giovani che con questa straordinaria passione avete lavorato sui valori fondanti una civile e pacifica convivenza che ha nella tolleranza, nella solidarietà, nella dignità della persona e nella giustizia la sua linfa vitale».
Davanti alla platea sono stati presentati i progetti realizzati dai 18 istituti superiori coinvolti, in collaborazione con i ragazzi di 5 istituti penali minorili e 3 uffici di servizio sociale per i minorenni.
«Il progetto ha dato vita ad una staffetta generazionale fatta di impegno civile, ascolto e dialogo tra giovani provenienti da mondi diversi ma accomunati dal desiderio di cambiare e credere con fiducia in un futuro migliore», ha detto durante il suo intervento la professoressa Paola Severino. Gli elaborati presentati declinavano, ognuno in modo diverso, i concetti di legalità e di merito. Ogni istituto era coordinato da un gruppo di studenti Luiss, insieme ad assegnisti, dottorandi e ricercatori del dipartimento di giurisprudenza della Luiss. Sostenibilità, futuro, resilienza. Sono solo alcune delle parole chiave che i rappresentanti dei gruppi hanno esposto sul palco per riassumere il loro lavoro di questi mesi
L’obiettivo dell’iniziativa è dimostrare che per tutti esiste la possibilità di tornare a giocare la propria partita, di poter essere di nuovo cittadini nella legalità.
«Il calcio è fatto di regole, proprio come la legalità. C’è sempre la possibilità di tornare a giocare la propria partita, più forti di prima, dopo aver acquisito una nuova consapevolezza». Sul palco anche l’amministratore delegato dell’A.S. Roma, Pietro Berardi.
Nelle parole dei discorsi e nei video si nota la speranza dei ragazzi di tornare a vivere, di essere guardati senza pregiudizi dalla società.
«Il recupero che si può fare dei minori è straordinario. Grazie all’umanità dei ragazzi che si dedicano a loro, questi giovani possono tornare a credere in sé stessi e la società può rivalutarli. L’iniziativa è pensata per quei giovani che hanno sbagliato ma che ora vogliono migliorare, è nostro compito aiutarli a farlo», conclude Paola Severino.