Notizia: Marmolada, davvero i ghiacciai si sciolgono per colpa dell’uomo?
Fonte: Marmolada, davvero i ghiacciai si sciolgono per colpa dell’uomo? su Blog Nicola Porro, 5 luglio 2022
La notizia riportata
Sulla testata web nicolaporro.it sono state commentate le cause del crollo della Marmolada in un articolo firmato da Franco Battaglia con l’intento di fornire una versione alternativa a quella «degli ambientalisti». L’intenzione è dichiarata all’apertura del testo che così recita: «alla mortale valanga occorsa alla Marmolada è immancabilmente seguita la valanga, non meno esiziale, delle gretinate, che non ci vengono mai risparmiate. Taccio dei soliti ambientalisti della domenica; e anche del solito Mario Tozzi, secondo cui qualunque cosa di sgradevole accada nell’universo mondo la colpa è dell’uomo. Penso invece a Mario Draghi, che più tempo passa più si avvicina ad essere il peggiore presidente del Consiglio di questo povero Paese, al momento superato solo, a parer mio, da Mario Monti e da Giuseppe Conte. Ma con l’impegno che sta profondendo finirà per superarli tutti. Parole di Draghi: «Questo dramma dipende dal deterioramento dell’ambiente e dalla situazione climatica». Parole che sono o ovvie (le ultime dette) o false (le prime dette). Dovrebbe studiare di più».
Le cause del crollo della Marmolada sarebbero riconducibili, secondo l’articolo di Battaglia, al normale andamento di progressione e regressione dei ghiacciai che ha sempre caratterizzato la loro esistenza. Così continua il pezzo sul blog di Porro: «ora ce l’ha coi ghiacciai che si sciolgono. Circostanza che dipende dalla situazione climatica, com’è ovvio. Cosa c’entri «il deterioramento dell’ambiente» Dio solo lo sa. Un clima più caldo fa ritirare i ghiacciai. Ma 1000 anni fa questi erano più ritirati che oggi. Anzi, nel corso degli ultimi 10 mila anni i ghiacciai alpini si sono ritirati e sono avanzati in modo ciclico molte volte. V’è a questo proposito un eccellente e meticoloso lavoro del 2020 di Walter Kutschera – della Facoltà di Fisica dell’Università di Vienna – e dei suoi collaboratori, che hanno ricostruito l’estensione dei ghiacciai alpini durante gli ultimi 10 mila anni, cioè dalla fine dell’ultima glaciazione».
L’articolo conclude affermando che «i politici ascoltano Greta Thunberg anziché chi ha studiato. Oppure ascoltano chi ha studiato purché dica le stesse cose che dice la Greta. Non abbiamo speranza».
Il debunking della notizia
Lo studio operato dal fisico Walter Kutschera che l’articolo di Franco Battaglia usa per portare avanti la tesi secondo cui il fenomeno dei ghiacciai che si sciolgono fa parte della loro normale attività è citato in modo parziale da parte dell’autore.
La ricerca del fisico dell’Università di Vienna, infatti, afferma effettivamente che si sono verificate variazioni nell’estensione dei ghiacciai già prima che l’impatto dell’uomo sull’ambiente fosse significativo, ma questo non toglie che gli scioglimenti dei ghiacciai che si registrano oggi non siano collegati a responsabilità umane. Già nell’introduzione del suo studio qui consultabile, infatti Kutschera afferma che «Whatever the cause of these natural fluctuations, they constitute a “background” which is now being modified in a complex way by human activities», che tradotto in italiano significa che «qualunque fossero le cause di queste fluttuazioni naturali, esse costituiscono una base che adesso è modificata in modo complesso dalle attività umane».
Sempre nell’introduzione il fisico scrive che «It is well known that the Holocene, i.e. the geological time period following the end of the Last Ice Age, enjoyed relatively stable temperatures. But glaciers are sensitive proxies to even small temperature and/or climate changes. Thus, the globally observed retreat of Alpine glaciers and polar ices sheets since about 1850 AD (the end of the so called Little Ice Age and interrupted by three re-advances) has been linked to the temperature increase caused by human activities, particularly due to the continuous increase of the CO2 concentration in the atmosphere». Tradotto questo significa che «È noto che l’Olocene, cioè il tempo geologico successivo alla fine dell’ultima era glaciale, ha goduto di temperature relativamente stabili. Ma i ghiacciai sono sensibili anche alle piccole variazioni di temperature e/o cambiamenti climatici. Così, il ritiro globalmente osservato dei ghiacciai alpini e delle calotte polari dal 1850 d.C. circa (la fine della cosiddetta Piccola Era Glaciale interrotta da tre re-anticipazioni) è stato collegato all’aumento di temperatura causato da attività umane, in particolare a causa del continuo aumento della concentrazione di CO2 nell’atmosfera».
Alla fine dello studio, il fisico torna a ribadire che «One thing can be said with some certainty: The complex moving patterns of glaciers in both hemispheres of the past have now given way to an accelerated retreat of all glaciers around the globe, most likely due to the anthropogenic impact on our climate», che tradotto significa che «una sola cosa può essere affermata con certezza: i complessi modelli di movimento dei ghiacciai in entrambi gli emisferi, hanno adesso lasciato il posto ad un accelerato ritiro di tutti i ghiacciai intorno al globo, molto probabilmente dovuto all’impatto antropogenico sul nostro clima».
Gli studiosi, inoltre, nello specifico caso della Marmolada concordano nel dire che le cause del crollo siano da individuarsi nelle alte temperature che nelle ultime settimane sono state registrate sul ghiacciaio e nelle scarse precipitazioni nevose che durante l’inverno si sono verificate.
Se durante la stagione invernale cade poca neve i bacini glaciali perdono la protezione utile nei mesi estivi. Sulla nota prodotta dal CNR, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, e firmata dal glaciologo Renato Colucci, viene così spiegato il crollo che ha causato 11 vittime: «Il caldo estremo di questi ultimi giorni, con questa ondata di calore dall’Africa, ha verosimilmente prodotto una grossa quantità di acqua liquida da fusione glaciale alla base di quel pezzo di ghiacciaio che in realtà è una “pancia”: infatti è, o era, una via che si chiama proprio Pancia dei Finanzieri. Siamo quindi proprio nelle condizioni peggiori per distacchi di questo tipo, quando c’è tanto caldo e tanta acqua che scorre alla base».
Colucci aggiunge a conclusione della nota che «L’atmosfera e il clima, soprattutto al di sotto dei 3.500 metri di quota, è in totale disequilibrio a causa del “nuovo” clima che registriamo e quindi, purtroppo, questi eventi sono probabilmente destinati a ripetersi nei prossimi anni e anche per questa estate dobbiamo mantenere la massima attenzione».
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