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Esclusiva

Settembre 12 2022
La realtà virtuale tra i banchi di scuola

Nasce il progetto che, sfruttando la tecnologia, consente di lavorare in sicurezza

Che cosa succede se docenti e studenti interagiscono a migliaia di chilometri di distanza, magari da continenti diversi, come se fossero nella stessa aula? L’istituto tecnico Andrea Ponti di Gallarate entra nel Metaverso il 9 maggio 2022. Un semplice click e sei nel laboratorio virtuale che riproduce quello della scuola. Sembra un gioco di simulazione della vita come in The Sims, ma è tutto vero. Accedi al future lab virtuale attraverso la piattaforma Coderblock: scegli il tuo nome, il genere e modifichi l’avatar che ti rappresenta, decidendo il volto e come vestirlo. Una volta pronto guidi il tuo visitatore virtuale, lo fai interagire tramite chat e simuli le attività.

«È uno dei ventotto laboratori didattici, presenti sul territorio italiano, rivolto ai docenti della scuola italiana su temi inerenti il digitale e le metodologie didattiche che si avvalgono delle stesse», spiegano il dirigente scolastico Giuseppe Martino e il professor Mauro Sabella dell’istituto Ponti. «Negli ultimi quattro anni di lavoro sono stati formati circa cinquemila docenti, tramite progetti mirati.  Tra le aree tematiche proposte ha avuto una larga adesione la formazione sull’augmented, virtual e mixed reality (realtà aumentata, virtuale e mista). Anche la formazione sulla gamification e sul coding sono state molto seguite e le stesse hanno visto un ampio riscontro sui ragazzi da sempre abituati a muoversi in contesti virtuali ed immersivi come possono essere minecraft, roblox e fortnite».

La realtà virtuale tra i banchi di scuola

Una realtà virtuale, il metaverso che «interessa» molte «aziende» e che ha attratto l’istituto tanto da «inserirlo all’interno del progetto STEM vinto dalla scuola, anticipando anche quelle che saranno le nuove tendenze della comunicazione e della formazione. È una didattica efficace, tale da trascinare anche gli alunni abituati ad essere passivi spettatori».

Il dirigente e il professore precisano: «tra le varie società presenti sul territorio italiano ci ha incuriosito la start up Coderblock che grazie ai suoi ambienti, presenti in rete, ci ha permesso di valutare le potenzialità del metaverso anche in ambito didattico. Dopo una serie di incontri tecnici con il loro staff e quello del team dell’innovazione digitale dell’Andrea Ponti, è stato riprodotto in ogni suo dettaglio il future lab con possibilità di accesso rivolte a centinaia di persone che possono identificarsi ed interagire tramite avatar personalizzati».

Questo per la scuola di Gallarate è solo l’inizio. «Essere in un luogo lontano, agire su provette contenenti materiali pericolosi, miscelare dei composti chimici, agire sulla parte meccanica di un macchinario, altrimenti non raggiungibile». Sono alcune delle novità che si svolgeranno.

I professori con entusiasmo continuano: «nei prossimi anni vorremmo iniziare a lavorare in laboratori di fisica, chimica, biologia su strumentazioni sofisticate, grazie all’uso del metaverso si potranno utilizzare reagenti pericolosi catalogati come R45 o innescare virtualmente reazioni chimiche come la nitrazione, non solo in teoria ma anche nel laboratorio virtuale del metaverso. Oltre le scienze integrate, potranno trovare applicazioni in discipline come la meccatronica, che potrà essere sviluppata attraverso la simulazione realistica di operazioni complesse come la saldatura di metalli o l’installazione di macchinari o la loro manutenzione. È possibile rendere la formazione più immersiva restando in un contesto di totale sicurezza, migliorando la motivazione, l’efficacia didattica ed agendo come se ci si trovasse in un contesto reale».

La realtà virtuale tra i banchi di scuola

Si tratta di un metodo di lavoro che rivoluziona l’insegnamento e quindi l’apprendimento a distanza. «Ci aspettiamo un miglioramento in tutte le discipline, a partire da quelle scientifiche, ma senza escludere quelle umanistiche. Qualunque strumento, per quanto sofisticato ed efficace non può sostituire il rapporto umano tra docente e alunno, è un valore che nessuno strumento può cancellare. La relazione umana si avvale però anche di strumenti facilitatori della comunicazione, dell’apprendimento e della formazione, pertanto un approccio equilibrato, competente e consapevole nei confronti delle nuove tecnologie può permettere di gestire le nuove sfide della conoscenza. Il principale aspetto positivo della realtà aumentata nella didattica potrà essere costituito dall’incremento dell’immersività che tali strumenti possono offrire a chi li utilizza».

Un mondo che docenti e alunni non possono ignorare, ricordando che «parlare del Metaverso oggi è come aver parlato di internet negli anni novanta, ignorare il fenomeno non lo annulla, bisogna prepararsi a gestirlo. La scuola è chiamata a controllare gli effetti del passaggio dal reale al meta-reale, senza che il secondo prenda il sopravvento sulla natura umana».

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