Ispettore dell’Onu in Iraq e marine. E ora disinformatore. Dell’ex soldato americano Scott Ritter a interessare vari siti sono le sue previsioni sulla guerra in Ucraina. Secondo il marine, riportato dal sito controinformazione.info, la controffensiva russa costituirà “un massacro” per Zelensky e il suo esercito, decretandone la sconfitta definitiva. Proiezioni intercettate dal Centro di Contrasto alla Disinformazione di Kiev, che avverte: “Diffonde le parole del Cremlino”.
“È giunto il momento in cui 300 mila riservisti sono stati mobilitati, addestrati, equipaggiati. La Russia si sta preparando a cambiare la natura del conflitto”, sostiene Ritter. Secondo l’ex ufficiale dei Marines, l’esercito russo si sta preparando per poter contare sulla maggiore forza a sua disposizione per il contrattacco.
Osservando il calendario e il terreno di battaglia, l’analista decreta la vittoria della Russia entro la fine del 2023. Per allora, continua Ritter, il presidente Putin “completerà la smilitarizzazione e la denazificazione dell’Ucraina”.
Nessun trattato o resa. Per Ritter dell’Ucraina rimarrà poco o niente. In un coordinamento di forze aree, terrestri e navali, continua l’ex marine, gli attacchi russi “non lasceranno alcuno stato funzionante”.
A conferma delle sue parole l’analista osserva i cambiamenti ai vertici militari russi. Sergey Surovikin, ex comandante dell’esercito, assume il ruolo di vice di Valery Gerasimov. Per Ritter, sarebbe proprio il comando di Gerasimov a simbolizzare un’imminente aumento dello sforzo bellico.
Sulla figura dell’ex ufficiale si è però pronunciato il Centro di Contrasto alla Disinformazione di Kiev, l’organo nazionale specializzato nel rintracciare e combattere la propaganda russa. Secondo gli esperti, “Ritter diffonde le parole del Cremlino”. Nel 2011 la BBC riporta la notizia secondo cui il marine è stato ritenuto colpevole di aver inviato sul web materiale grafico di natura sessuale a una minorenne, interpretata in realtà da un poliziotto sotto copertura. È poi con l’inizio della guerra in Ucraina che il suo nome inizia a circolare tra vari siti. Nel dicembre del 2022 viene ripresa una sua dichiarazione, poi smentita da fact-checkers, secondo la quale migliaia di militari polacchi e rumeni starebbero combattendo tra le fila dell’esercito ucraino.
A riportare in Italia il suo ultimo intervento numerose testate, tra cui controinformazione.info. Come dichiarato la fonte sarebbe il sito South Front, colpevole secondo i fact checkers di “riscrivere fedelmente qualsiasi cosa dica il Cremlino”. Registrato in Russia, è finito più volte sotto l’occhio delle autorità.
Nel 2020 a parlarne fu il Dipartimento di stato americano, segnalandolo come parte “dell’ecosistema della propaganda e della disinformazione della Russia”. Con lo scoppio della guerra in Ucraina, a intervenire sono le piattaforme. Meta e Twitter hanno rimosso le pagine social di SouthFront per incitamento all’odio e disinformazione nei confronti dell’Ucraina.
Nel marzo del 2022, all’apertura delle sanzioni economiche verso le imprese russe, SouthFront viene individuato dal Dipartimento del tesoro americano. Secondo quest’ultimo, il sito sarebbe “un centro di disinformazione che riceve ordini dall’FSB”, l’intelligence russa, “e che ha cercato di frodare gli elettori durante la campagna presidenziale del 2020”.
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