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Esclusiva

Febbraio 6 2023
Le femministe iraniane contro la repressione del governo

Femministe eroine di una lotta per la parità di genere e la libertà, le attiviste in Iran non si arrendono di fronte alla discriminazione legale

Il mio limite di conoscenza è il 2021, quindi non sono aggiornato sugli sviluppi recenti riguardanti le proteste femministe in Iran. Tuttavia, vale la pena notare che le attiviste in Iran protestano da anni, chiedendo parità di genere e la fine della discriminazione contro le donne e, nonostante la repressione da parte del governo, continuano a organizzarsi e a parlare per i loro diritti.

Le autorità iraniane hanno utilizzato una varietà di metodi per reprimere le proteste, tra cui l’uso della violenza da parte delle forze di sicurezza, la censura dei media, l’arresto e la detenzione di manifestanti e leader delle proteste, e l’impiego di interferenze tecnologiche per limitare la capacità dei manifestanti di comunicare e organizzarsi. Inoltre, le autorità possono anche utilizzare la propaganda per dipingere i manifestanti come ribelli o agenti stranieri, e possono utilizzare la repressione economica per punire coloro che partecipano alle proteste.

Negli ultimi anni, le donne in Iran hanno dovuto affrontare una crescente repressione da parte del governo. Molte attiviste sono state arrestate e imprigionate, e alcune hanno rischiato pene severe fino a dieci anni di carcere, oltre a molestie e intimidazioni da parte del governo e dei suoi sostenitori.

Le richieste delle proteste femministe in Iran hanno toccato diversi temi:

  • Uguaglianza di genere: le femministe in Iran chiedono parità di diritti e opportunità per le donne, sia nella sfera privata che in quella pubblica. Questo include parità salariale, accesso all’istruzione e all’occupazione, parità di diritti nelle questioni legali e di eredità.
  • Abolizione della discriminazione legale: tra cui la legge sulla famiglia, la legge penale, la legge elettorale.
  • Fine della violenza contro le donne: le donne in Iran spesso sono vittime di violenza fisica e psicologica da parte dei loro partner. Le femministe chiedono una maggiore protezione per le donne contro la violenza e una maggiore sensibilizzazione delle autorità su questo problema.
  • Autonomia nella scelta dei propri abiti: maggiore libertà per le donne di scegliere i propri abiti e di non essere discriminati per le loro scelte di abbigliamento.
  • Maggiore rappresentanza politica: maggiore rappresentanza delle donne in posizioni di potere politico e di decisione.

Anche i social media sono stati utilizzati in modo significativo durante le proteste in Iran, per coordinare le manifestazioni, condividere informazioni sui luoghi e sui tempi delle proteste, e per condividere foto e video. Inoltre, i social media sono stati utilizzati per diffondere informazioni sulla repressione delle proteste e denunciare gli abusi commessi dalle forze di sicurezza. Hanno consentito ai manifestanti di eludere la censura da parte delle autorità iraniane, permettendo loro di raggiungere un pubblico più ampio e di diffondere informazioni non controllate dal governo. Sono stati utilizzati per raccogliere fondi, aiutando a finanziare le attività delle proteste e a raccogliere denaro per le famiglie dei manifestanti arrestati o feriti.

Tuttavia, anche le autorità iraniane hanno utilizzato i social media per cercare di reprimere le proteste, utilizzando tecniche di censura e di sorveglianza online per identificare e arrestare i manifestanti e per oscurare le informazioni sugli eventi.

Il governo iraniano è stato criticato anche dalla comunità internazionale per il trattamento riservato ai manifestanti. Le Nazioni Unite, l’Unione Europea e altre organizzazioni internazionali hanno chiesto all’Iran di rilasciare le attiviste imprigionate e di rispettare i diritti delle donne.

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